La sentenza della Corte costituzionale, che apre al suicidio assistito, sicuramente è destinata a alimentare polemiche, a creare sconcerto. Lo crea in me che considero la vita un dono di Dio e penso che spetti a lui deciderne inizio e fine. Già, ma la sofferenza, mi si obietterà! Che ci piaccia o meno, essa - dalle origini - fa parte della condizione umana.
Per quanto mi riguarda, non delegherei a nessuno di scrivere "the end" al mio cammino su questa terra. Non sottoscriverei mai un biotestamento. Anche se mi dovessi trovare nelle condizioni più disperate.
Capisco però che il mio modo di pensare è sorretto dalla forza della fede cristiana.
Capisco anche che vivo in uno stato laico, aconfessionale - come dev'essere una democrazia moderna -, nel quale forse i cattolici praticanti non rappresentano neppure la maggioranza della popolazione. Non posso, quindi, imporre i miei principi a chi ha un'altra visione dell'esistenza. A chi non si riconosce nei miei valori religiosi e morali.
Ribadisco quello che ho scritto in una poesia: non mi permetto di giudicare chi, stanco e depresso, getta il bastone all'angolo di una via. Come è accaduto a Dj Fabo, che s'è arreso alle sofferenze fisiche e psicologiche causategli da una patologia diagnosticata irreversibile.
Nessun commento:
Posta un commento