Nella notte che precede la festa del santo protettore, il principe degli apostoli, secondo un rituale che affonda le sue radici nella storia, gli abitanti della frazione San Pietro di Scala sono soliti raccogliere frasche, legno ed altro per farne una catasta, alla quale dar fuoco al calare delle tenebre e all'apparire delle prime lucciole (ammesso che ve ne siano ancora: sono anni che non riesco più a vederne. Pare che inquinamento atmosferico e indiscriminato uso di anticrittogamici e pesticidi in agricoltura le stiano portando all’estinzione).
Una festa vera, genuina, perché semplice e povera, dove contano ancora i sentimenti che scaturiscono dalla purezza delle fiamme purificatrici, capaci di tenere unita, in allegria, una comunità, che uscita dall'inverno celebra ancora, come avveniva una volta, l'inizio dell'estate. Se ne occupano giovani e bambini, impegnati per giorni a raccogliere legna da accatastare nella piazzetta.
Una tradizione – la cosiddetta “Lampenaria di San Pietro” - che viene riproposta ogni anno con un duplice intento: quello di tener viva la memoria collettiva, da tramandare alle future generazioni, e quello della promozione turistica. Si tratta, in ogni caso, di un gioco che dura una settimana ed è l’occasione per ritrovarsi, consolidare le amicizie, ma anche per discutere delle semine e dei futuri raccolti.
L’appuntamento è per mercoledì 28 giugno, alle ore 21,00.