venerdì 25 maggio 2018

LA SIGNORA, IL QUADRO, LA SCARAMANZIA


Esco di casa per sbrigare qualche faccenda, nei paraggi, e, come di consueto, faccio tappa nella bottega del mio amico Adriano, maestro del colore, per scambiare qualche parola e per un po’ di relax. Lì una sedia è sempre disponibile. Entra una signora, bionda, con un cagnolino al guinzaglio: un pincher, maschio. Meno male - mi viene subito da pensare - che non ho con me Chanel, la chiwawa, da ieri in calore. La signora vuol vendere un quadro. Adriano, col garbo che gli è congeniale, cerca di farle capire che non gli interessa. “Io – dice – i quadri li faccio, non li compro”. “Perché, voi siete pittore?” chiede la signora. Adriano risponde che tutti i dipinti alle pareti sono suoi. Lei, dopo aver dato uno sguardo in giro, gli fa notare che un quadro ha valore solo dopo la morte dell’artista che lo ha realizzato.

Suggerisco ad Adriano qualche gesto scaramantico, come toccar ferro, e, intanto, tengo ben ferme le mie mani in una certa posizione, pronto a... proteggermi. Lo so che non serve, non ci credo, ma in momenti difficili come questo non resisto alla tentazione. Lei se ne accorge e incalza: “Siete superstizioso?”, Non rispondo e passo rapidamente all’azione. E' volgare, non venite a ricordarmelo, ma è un modo, credo, per farle capire che la deve smettere. Macché! “Non vi grattate – ammonisce – perché vi fa male alla prostata”. “Non ho problemi di prostata” replico, infastidito. “Ah, siete ancora attivo?”. “Attivissimo, collaudato” le rispondo, stavolta con una punta di orgoglio. E intanto lei mi sferra il colpo finale: “Voi avete un’età, si vede, siete anziano. È inutile che vi grattate. Lo sapete bene che dovete morire”. Riesco giusto a gridarle: “Da dove diavolo siete uscita? Chi vi ci ha mandata qui dentro?”. La signora tira il guinzaglio e se ne va, disinvoltamente, insieme col cane.
Sigismondo Nastri


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