sabato 17 giugno 2017

"TURISMO: SI RAGIONA IN OTTICA LOCALE". IL MIO EDITORIALE SU "FERMENTO", MENSILE SOCIO-ECONOMICO DELL'ARCIDIOCESI AMALFI-CAVA DE' TIRRENI

“Friggi e mangia”: mi sembra di poter condensare in queste due parole, oggi, l’immagine di Amalfi. Attrezzata, nemmeno tanto, a un turismo estraneo alla sua vocazione. Perché la città appartiene a un comprensorio – ne rappresenta il fulcro, con la sua storia, le sue testimonianze d’arte, la sua bellezza – tradizionalmente destinato a un turismo di qualità: quello che da un po’ di anni si sta portando avanti a Ravello, con risultati positivi. E’ vero, a Ravello lo si è potuto fare grazie a strutture ricettive di assoluta eccellenza. Come a Positano, del resto, dove si cerca di frenare i flussi frenetici di vacanzieri. Ad Amalfi, invece, è su questo fenomeno – il “mordi e fuggi” - che si fonda l’economia. A vantaggio di pochi, il resto della popolazione ne subisce le conseguenze negative. Occorrerebbero politiche adeguate. Una città d’arte, a vocazione turistica – interessata a quello che si definisce heritage tourism -, dovrebbe avere servizi adeguati, spazi vitali capaci di contribuire alla qualità della vita, un’articolazione organica delle attività commerciali e offrire uno shopping di lusso, com’è in altri luoghi d’élite, non soltanto pizzetterie, tavole calde, limoncello. 
La massificazione del turismo, che ha portato a una diffusione capillare di “B&B”, si trova a fare i conti con l’inadeguatezza del sistema strutturale e infrastrutturale. Vale per tutti i centri costieri. Forse meno per le aree interne, dove c’è una migliore distribuzione degli spazi e una maggiore attenzione alle peculiarità ambientali. 
Nessuno s’è accorto che negli ultimi decenni sono scomparsi dal territorio della Costiera i grandi nomi della economia, dell’alta finanza, della cultura, dell’imprenditoria che qui avevano le loro residenze estive.
Tutta la mobilità avviene attraverso la statale 163, che non è in grado di sopportare l’eccessivo flusso veicolare: soprattutto nei week-end, in occasione delle grandi festività, nel periodo balneare. E si pensa a nuove strade, addirittura a una galleria che dovrebbe collegare Maiori con Cava de’ Tirreni. Ingolfando ancora di più i nostri paesi. 
Nonostante ci sia una “Conferenza dei sindaci” non c’è unità di vedute. Si ragiona in ottica locale. E’ questo il primo problema da affrontare: la mancanza di un coordinamento che superi un campanilismo atavico, nell’ottica di una progettazione seria, oculata, complessiva delle esigenze del territorio: nella prospettiva auspicabile di uno sviluppo ordinato, che coinvolga tutti i dodici comuni. 
Sigismondo Nastri 

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