Povero Alessandro Manzoni! Credo che una delle sue
odi più famose - Il Cinque Maggio -, dedicata alla morte di Napoleone Bonaparte
(di cui ricorre oggi l'anniversario), sia stata forse la più martoriata dagli
studenti. Quanto meno al mio tempo.
Noi la recitavamo così: "Ei fu siccome
immobile dato il mortal sospiro stette la spoglia immemore orba di tanto spiro
così percossa attonita la terra al nunzio sta... ecc. ecc.", tipo
filastrocca o scioglilingua, senza pause. Ignorando tutti i segni di interpunzione.
Senza respirare. Trattenendo il fiato come quando fa il nuotatore sott'acqua.
Ecco invece come la trasformava qualcuno, più
furbo: "Ei fu, sì come un mobile / passato a pulitura / primma c' 'a preta
pòmmece / e pò c' 'a secatura...".
Ricordo che in quarta ginnasio il professore di
lettere era sordo come una campana. Non se ne rendeva conto. Gli bastava
osservare il movimento rapido delle labbra. Se ti fermavi, stringeva i
polpastrelli della mano, in segno di insoddisfazione, e ti rimandava a posto.
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