Fra poco più di un anno ricorrerà il
cinquantesimo anniversario della morte (14 giugno 1968) di Salvatore
Quasimodo. Un evento che ha legato per sempre il nome del grande poeta - insignito del Premio Nobel nel 1959 -ad Amalfi e
alla Costiera, più ancora delle frequentazioni del Cappuccini e di quel
meraviglioso Elogio di Amalfi scritto per Giuseppe Liuccio, presidente
dell’Azienda di soggiorno e turismo, che lo volle a preesiedere la giuria di un
concorso letterario e, accompagnandolo per vicoli, stradine e scalinatelle, lo
fece innamorare della città.
La morte di Quasimodo portò Amalfi alla
ribalta del mondo: non per magnificarne le bellezze, ma per farci vergognare
della mancanza non solo di un ospedale, ma dei più essenziali servizi sanitari. Fu in quel momento che noi, residenti in
Costiera, ci rendemmo conto di essere trattati da cittadini di serie B, o di
terzo mondo. E' da allora che abbiamo iniziato a combattere per i nostri diritti, con tutti i mezzi a disposizione.
Ci hanno illuso, prima con la costruzione di un "ospedale" a Pogerola, mandato in rovina senza che fosse mai entrato in funzione, poi col presidio di Castiglione, potenziato e depotenziato a seconda dei
momenti politici, ma che per un certo tempo ci ha salvato la faccia, grazie all'impegno, alla professionalità, anche all'eroismo di chi ci ha lavorato. Tanto che, sulle pagine dei giornali, non s'è parlato più di malasanità. Fino all'ultima notizia, che è di questi giorni: abolizione (di fatto) della
cardiologia (sostituita da un servizio di trasmissione telematica dei tracciati
all’ospedale Ruggi, a Salerno), radiologia limitata a una fascia oraria (8-16).
Lo leggo sul Vescovado. Insieme a un
amaro commento: “E dire che il plesso con sede a Ravello era
stato finanche riconosciuto come struttura ospedaliera in zona disagiata, e
avrebbe dovuto disporre di ben 20 posti letto di Medicina generale. Ma solo
sulla carta: i fatti dicono tutt'altro, all'inizio di una nuova stagione
turistica che, stando alle previsioni degli esperti dell'incoming, porterà un
ulteriore aumento delle presenze sul territorio”.
Su una cosa non sono d’accordo:
non mi piace che, se qualche concessione ci viene fatta, è per venire incontro
alle esigenze del turismo. Che pure, ovviamente, vanno rispettate, assecondate. Io voglio una sanità rispettosa della dignità umana per quanti in questo territorio vivono, lavorano, pagano
le tasse, crescono i figli. Non accetto che il nostro destino sia di essere cittadini di
serie B o di terzo mondo.
A mezzo secolo
dalla morte di Quasimodo, non lo accetto.
Nessun commento:
Posta un commento