Scherzavo, poco fa, su Facebook, commentando una cosa carina scritta per me dal quotidiano online il Vescovado: «grazie - avevo detto - per il privilegio offertomi di poter leggere il mio "coccodrillo" in anticipo». Affettuosa, come sempre, la replica del direttore Emiliano Amato: “Non ti smentisci mai…”. Qualche giorno fa avevo pubblicato, sempre su Fb, una riflessione sull’allegria, che – nota Walter Scott – deve essere un elemento caratterizzante della nostra esistenza dato che "la vita senza allegria è una lampada senza olio". Forse perché sono vecchio, è su questa filosofia che imposto la mia giornata. Nonostante qualche acciacco.
Poi, sfogliando Facebook, ecco che mi viene sotto gli occhi la notizia della morte di Ableo e, all’allegria, subentra una tristezza indicibile. Ableo, cioè Carmine Limatola, lo conoscevo da tantissimo tempo. Ricordo che l’indimenticabile Peppino De Luca, comune amico, scherzava sul nome d’arte che lui s’era scelto: motivato – diceva – dal desiderio di essere in cima all'elenco, in ordine alfabetico, degli artisti presenti alle varie collettive. La battuta li faceva ridere di gusto. Probabilmente, in paradiso, avranno modo di riprendere il discorso e continuare a sfruculiarsi simpaticamente.
Con
Ableo se ne va un artista che ha onorato Salerno, facendosi conoscere e apprezzare oltre i confini nazionali.
Ne riporto qui, sia pure in modo scarno, le note biografiche, tratte dal suo sito internet.
Nato a Salerno nel 1944. Studi all’Istituto d’Arte di Salerno. Nel 1968, partecipazione alla messa in scena ideata da Michelangelo Pistoletto nell’ambito della mostra “Arte povera+Azioni povere” tenutasi negli antichi Arsenali di Amalfi, curata da Germano Celant. Un evento che rimane un punto fermo nella storia dell’arte del nostro tempo. Sempre con Pistoletto aveva poi partecipato a The di Alice nella galleria Il Centro di Napoli. Nel 1969, personale alla Libreria Einaudi di Salerno. Poi, nel 1971, alla galleria Kuchels di Bochum e alla Galleria 2000 di Bologna. Nel 1977 e nel 1978, due mostre allestite al Laboratorio di Salerno. Nel 1979, personale Narciso allestita alla Galleria Pellegrino di Bologna; nel 1980 alla galleria lnsam di Vienna; nel 1991 alla Christopher John Gallery di Santa Monica in California; nel 1999, al Tecla Atelier des Territoires di Bruxelles, ove espose le grandi colonne di ceramica, ideate come omaggio a Brancusi, opere che nel 2000 furono presentate nella mostra allestita a Villa Rufolo di Ravello.
Numerosissime le presenze a rassegne d’arte e collettive: da segnalare le Quadriennali di Roma del 1970 e del 1975, Pollution di Bologna nel 1971, nonché la XV Internazionale Malerwochen di Graz del 1980. Nel 1981, la rassegna Arte Italiana 60/80, allestita al Palazzo delle Esposizioni di Roma; nel 1977, Paesaggi interiori presso la Galleria Contemporanea di Bari e Trame del Disegno italiano contemporaneo, presso la galleria Dedalos di San Severo. Poi le grandi mostre personali: nel 2002, Specularità al Castello Fienga di Nocera Inferiore, costituita da grandi Vele (h. 4 metri) ed i simulacri di Minosse e Arianna; quindi, nell’antico complesso di S. Maria del Rifugio di Cava de’ Tirreni, la esposizione delle icone megadimensionali; nel 2004, Riordino delle cose stesse, promossa dal Comune e dalla Provincia di Salerno ed allestita nella chiesa della Santissima Annunziata di Salerno. E ancora: nel 2006, Bello&idea, al Complesso Monumentale di Santa Sofia in Salerno; e, nel 2010, Da Thanatos all’ideale, nel Parco Urbano ex Salid in Salerno.
Domani, lunedì 6 marzo, alle ore sedici, i funerali nella cattedrale di Salerno.