Ieri mattina, grazie all'affettuosa disponibilità dell'amico e collega Gennaro Pane, che mi ha dato ospitalità nella sua auto (la sciatica ancora si fa sentire!), son potuto andare a Nocera Inferiore dove - nell'auditorium annesso alla Chiesa di San Giovanni Battista - era in programma il corso di formazione (per giornalisti) su un tema scottante: "Confini tra deontologia e responsabilità penale nell'informazione su internet".
Da sin.: Tonino Cantelmi, Salvatore Campitiello, Sigismondo Nastri, Pasquale Cuofano, Mario Ianulardo (foto di Ciro Paolillo) |
Ho trovato particolarmente interessanti le relazioni del prof. Tonino Cantelmi, psichiatra, esperto dell'impatto digitale sulla mente umana, e dell'avv. Mario Ianulardo, penalista. Faccio cenno, qui, soltanto a un concetto che è stato ampiamente analizzato col supporto delle immagini: la responsabilità dei social, che "modificano l'assetto cognitivo, emotivo, affettivo e sociorelazionale". Come disse Umberto Eco, c'è una legione di imbecilli, che un tempo avrebbero fatto i loro commenti al bar e oggi li postano sul web. Il caso di Tiziana Cantone, la ragazza suicidatasi dopo la diffusione di filmati che ne hanno violato l'intimità, è una testimonianza agghiacciante di questo triste fenomeno.
Capita, purtroppo, che gli stessi giornalisti si pieghino alla logica dell'emotività, della spettacolarizzazione e della ultra semplificazione.
Da meditare anche la riflessione propostaci dal vescovo di Nocera-Sarno, mons. Giuseppe Giudice, che ha tratto spunto dalla figura di san Francesco di Sales, nostro patrono, del quale s'è celebrata la festa solo qualche giorno fa.
A conclusione dei lavori, Salvatore Campitiello, autorevole consigliere nazionale dell'Ordine dei Giornalisti e presidente dell'Assostampa Valle del Sarno, a cui si deve l'organizzazione - e che organizzazione, perfetta sotto tutti gli aspetti! - di questo importante incontro formativo, mi ha consegnato una medaglia in riconoscimento di una passione, il giornalismo, esplosa in me a metà del secolo scorso, che mi ha accompagnato per oltre sessant'anni e non s'è ancora affievolita.
Non è un premio, sottolineo: è un gesto di stima, di apprezzamento, di amicizia, che mi rende molto felice. Del quale sono profondamente grato: al Consiglio nazionale dell'Ordine; ma soprattutto a Salvatore Campitiello, amico carissimo di vecchia data. E ai tantissimi colleghi presenti, in particolare a quelli dell'Assostampa Valle del Sarno, che hanno voluto tributarmi calorose manifestazioni d'affetto.
Sigismondo Nastri
Sigismondo Nastri