Martedì 27 dicembre, alle ore 10,30, nella Sala Consiliare “Salvatore Attanasio” del municipio di Positano, sarà presentato alla stampa
e al pubblico il Calendario d’Arte De
Luca 2017 dedicato al pittore ucraino Giovanni Zagoruiko (1896-1964).
Ne parleranno Massimo Bignardi,
docente di storia dell’arte contemporanea nell’Università degli Studi di Siena,
il curatore Marco Alfano, storico
dell’arte, e Andrea De Luca della
De Luca Industria Grafica e Cartaria SpA. Moderatore, il giornalista Sigismondo
Nastri. Per i saluti istituzionali saranno presenti Michele De Lucia, sindaco
di Positano, Giovanni Camelia del
Centro di Cultura e Storia Amalfitana,
che ha patrocinato, con il Comune di Positano e la Camera di Commercio,
l’iniziativa editoriale.
Sempre martedì 27 dicembre, alle ore 17,00, il Calendario De Luca sarà presentato a Salerno nel Salone
“Genovesi” della Camera di Commercio, coi medesimi relatori e la partecipazione di
Andrea Prete, presidente dell’Ente camerale.
Una tradizione consolidata quella avviata dalla
importante azienda grafica e cartaria, entrata a far parte del costume del
nostro Natale. Una tradizione che porta avanti la felice intuizione di Giuseppe De Luca (1934-2013) di
realizzare un calendario promozionale dedicato ai maggiori artisti che,
tra ottocento e novecento, hanno operato nel territorio salernitano. Basti
citare Irene Kowaliska, Andrea D’Arienzo, Matteo Di Lieto, la Ceramica
Ernestine, Manfredi Nicoletti, Biagio Mercadante, Pasquale Avallone.
Il Calendario illustra nei dodici mesi i vari periodi
della carriera di Zagoruiko, tra i primi esuli a stabilirsi stabilmente sulla
Costa d’Amalfi, già alla fine del secondo decennio del secolo scorso, centrando l’attenzione
su opere conservate presso Enti (Comune
di Positano, Camera di Commercio) o prestigiose collezioni private,
riprodotte e analizzate storicamente
negli “apparati”, sempre molto ricchi, sul retro di ogni pagina. Tra queste, si
segnalano: Venezia,
1926 (olio
su cartone, cm 45,5x36,8), Foro romano.
L’Arco di Settimo Severo, 1928 (olio su tela, cm 54x74), Positano
sotto la neve, 1929 (olio su tela,
cm 96x86); Chiesa di San Giacomo a
Positano, 1929 (olio su cartone, cm 70,5x49); La Chiesa Nuova a Positano, 1933-35 (olio su tavola, cm 41x31) della
Camera di Commercio di Salerno; Costantinopoli di notte, 1939 (olio su
tavola, cm 64x50) e Veduta verso Praiano,
1956 (olio su tela, cm 142x144) appartenente alle collezioni del Comune di
Positano.
G. Zagoruiko, Veduta con teiera, collez. privata |
Ivan Pankratоvič Zagorujko, nato a Dnepropetrovsk nel 1896, si formò a Kiev (Ucraina), in contatto con il pittore
bulgaro Boris Georgiev. Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale lo troviamo
arruolato nel reggimento scelto dei cosacchi e poi nell’Armata bianca. Nel
1920, in conseguenza delle drammatiche vicende della Rivoluzione d’ottobre, decise di
emigrare: dopo vari spostamenti tra Turchia, Bulgaria e Grecia, a metà degli
anni venti giunse in Italia. Soggiornò a Venezia (1926) e in Trentino
(1927); si fermò a Roma, dove tenne la prima mostra personale alla Galleria
Fiamma nel ’28. Nell’estate dello stesso anno fece un viaggio a Napoli, Pompei
e a Positano, dove tornò per stabilirvisi definitivamente. Nel 1935 partecipò
con quattro paesaggi alla I Mostra d’Arte di Positano. Nel 1931 fu invitato
alla Mostra degli stranieri residenti in
Italia, alla XX Biennale di Venezia, dove espose Autoritratto, Allegoria e
Positano, raggi di sole. Nel ’37 espose
due opere alla Prima Mostra del Sindacato Provinciale Fascista Belle Arti di
Salerno. Negli anni Trenta e Quaranta frequentò gli esuli russi residenti a
Positano, da Leonid Mjasin a Michail Semenov e Vasilij Nečitajlov; ospitò
inoltre artisti amici come Alessio Issupoff, il maestro Boris Georgiev e il
futurista David Burljuk. Nel 1941 corse il rischio di essere deportato in un
campo d’internamento a causa delle leggi fasciste introdotte con la Seconda
Guerra Mondiale, ma riuscì a salvarsi grazie all’aiuto dei positanesi. In
particolare, del parroco don Saverio Cinque e del medico Vito Fiorentino. Fu comunque
costretto a sottoscrivere un “verbale di diffida”, in cui accettava di
attenersi alle disposizioni restrittive per gli stranieri, come quella di non
dipingere all’aria aperta. Nel 1947 riprese l’attività espositiva con una
personale alla Galleria Forti di Napoli e l’anno seguente alla Prima Annuale
Nazionale d’Arte di Cava de’ Tirreni. Nel 1955 espose alla Galleria d’Arte del
Palazzo delle Esposizioni a Roma e tenne una personale al Palazzetto Borghese,
mostra riproposta nel 1958 al Palazzo di Città di Salerno. L’ultima personale è
del 1963, alla Galleria d’Arte del Palazzo delle Esposizioni di Roma. Zagoruiko,
benvoluto da tutti, chiamato affettuosamente “don” Giovanni, morì nell’ospedale
di Salerno nell’autunno del 1964. E’ sepolto a Positano. Nel piccolo cimitero, che si affaccia da uno sperone di roccia sul mare, dirimpetto all'arcipelago dei Galli, sulla
sua tomba è incisa una frase tratta da I fratelli Karamazov di
Dostoevskij: “Come è bello il mondo di Dio”.
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