Sabato sera sono stato a Tovere, frazione di Amalfi, la più lontana dal centro, confinante
con la provincia di Napoli. Un borgo di trecento anime, bellissimo, alle falde dell'altopiano agerolese, affacciato sull'orizzonte largo del mare deĺla Costiera. Una comunità unita, e già questa è una bella notizia, memore, che ha voluto rievocare il proprio passato, la propria storia, le proprie tradizioni. E l'impegno di un sacerdote, don Pasquale Di Gennaro, che l'ha guidata con intelligente saggezza per oltre un trentennio: dal 1936 fin oltre la metà degli anni sessanta.
Sono stato contento di andarci. E ringrazio l'amico Nicola Esposito per avermelo calorosamente chiesto. Tanto da farsi carico di venire a prendermi e poi di riaccompagnarmi a casa. Con lui dico grazie al giovane parroco don Luigi De Martino per la cordiale accoglienza; alle mie ex alunne per l'affettuoso abbraccio; ad alcune persone che mi hanno salutato con espressione di gioia avendo riconosciuto in me "il figlio di don Antonio". Papà - una vita al Comune, tra anagrafe e stato civile - era qui benvoluto da tutti. Quando m'è stato chiesto di portare la mia testimonianza, ho ricordato di averlo accompagnato qualche volta, da ragazzo. E m'è venuto spontaneo citare due momenti conviviali che sono rimasti indelebilmente impressi nella mia mente: a casa di Giosuè Cuomo, detto 'e capocchia, e di Andrea Gambardella, l'arrotino.
Il parroco don Pasquale Di Gennaro e, sullo sfondo, la chiesa di Tovere |
Sono stato contento di andarci. E ringrazio l'amico Nicola Esposito per avermelo calorosamente chiesto. Tanto da farsi carico di venire a prendermi e poi di riaccompagnarmi a casa. Con lui dico grazie al giovane parroco don Luigi De Martino per la cordiale accoglienza; alle mie ex alunne per l'affettuoso abbraccio; ad alcune persone che mi hanno salutato con espressione di gioia avendo riconosciuto in me "il figlio di don Antonio". Papà - una vita al Comune, tra anagrafe e stato civile - era qui benvoluto da tutti. Quando m'è stato chiesto di portare la mia testimonianza, ho ricordato di averlo accompagnato qualche volta, da ragazzo. E m'è venuto spontaneo citare due momenti conviviali che sono rimasti indelebilmente impressi nella mia mente: a casa di Giosuè Cuomo, detto 'e capocchia, e di Andrea Gambardella, l'arrotino.
Mi sono rivisto - giovane cronista, allora - in una foto di gruppo degli anni cinquanta scattata in occasione della cerimonia di attivazione dell'energia elettrica. Primo passo dello sviluppo della località. Poi vi arrivarono la strada rotabile e il cimitero, che neppure c'era.
Giuseppe Gargano ha fatto un excursus sulla storia di Tovere, che non è priva di episodi, di personaggi di rilievo e ci ha trasmesso importanti testimonianze d'arte.
Il sindaco Daniele Milano, nel suo intervento, ha assicurato l'impegno dell'amministrazione per la soluzione dei problemi della frazione che, da qualche tempo, sta suscitando l'interesse dei turisti per le peculiarità paesaggistiche e ambientali e per la cultura della ospitalità e dell'accoglienza che contraddistingue la sua gente.
Grazie ancora, a tutti.
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