Una mia gentile amica, Elisabeth, che
ringrazio, mi ha mandato questo testo,
che - dice - ha copiato da una
iscrizione in una piccola chiesa di El Golea, in Algeria. Non so se era in
francese, o in altra lingua, e se è stato tradotto da lei. O, può anche darsi, già in italiano. Penso che esso
racchiuda il significato del Natale, nelle varie sfaccettature, al di là di
quello che la ricorrenza rappresenta per ogni cristiano. Ma è un Natale, all'insegna
dell'utopia, in controtendenza col corso della storia, della stessa cronaca
quotidiana.
Ne faccio oggetto di meditazione, lo sottopongo alla meditazione di quanti mi leggono.
Ne faccio oggetto di meditazione, lo sottopongo alla meditazione di quanti mi leggono.
"È Natale quando i nostri cuori, dimenticando
le offese, sono veramente fraterni.
È Natale quando finalmente sorge la speranza di un
amore più vero.
È Natale quando improvvisamente cessano le menzogne
e lasciano il posto alla felicità.
È Natale quando, alla fine della nostra vita, la
sofferenza che ci tormenta trova un po’ di dolcezza.
È Natale ogni volta che si asciuga una lacrima
negli occhi di un bambino.
È Natale ogni volta che si depongono le armi, ogni
volta che ci si accorda.
È Natale ogni volta che si ferma una guerra, e che
si aprono le mani.
È Natale ogni volta che si forza la miseria a
ritirarsi più lontano.
È NATALE SULLA TERRA OGNI GIORNO,
PERCHÉ NATALE, O MIO FRATELLO, È L’AMORE."
A tutti coloro, uomini e donne di buona volontà, che si riconoscono in questo significato della festa che celebriamo oggi, nel nome del Bambino nato nella mangiatoia di Betlemme e sacrificatosi per la redenzione dell'umanità, giunga il mio più fervido augurio di buon Natale.
A tutti coloro, uomini e donne di buona volontà, che si riconoscono in questo significato della festa che celebriamo oggi, nel nome del Bambino nato nella mangiatoia di Betlemme e sacrificatosi per la redenzione dell'umanità, giunga il mio più fervido augurio di buon Natale.
Nessun commento:
Posta un commento