mercoledì 12 ottobre 2016

LA PRESENTAZIONE A SALERNO DEL ROMANZO "IN VIAGGIO CON L'OMBRA" DI TINA CERASO E ROBERTO PELLECCHIA

Roberto Pellecchia e Antonella Petitti
(foto tratta dalla pagina Facebook di Roberto Pellecchia)
Ho in mano il libro “In viaggio con l’ombra” di Tina Ceraso e Roberto Pellecchia, edito da David and Matthaus, ancora fresco di stampa. Non l’ho letto, avendolo ritirato appena ieri sera alla libreria Feltrinelli di Salerno dopo la presentazione. Mi riferisco, perciò, a ciò che ho ascoltato in quella sede dalla voce dell’autore (la Ceraso non è potuta intervenire per altri impegni professionali) e della collega Antonella Petitti che ne ha delineato con garbo e con estrema chiarezza la trama, anche stimolando lo stesso Pellecchia a scendere in qualche utile dettaglio, e ne ha letto piccoli significativi brani. Interessanti per tratteggiare la figura dei protagonisti, mettere a fuoco le situazioni, ma anche – ed è la cosa che più mi ha colpito – per evidenziare una scrittura che m'è parsa di una nitidezza esemplare, accattivante sia nella descrizione dei luoghi sia quando ricorre - cioè spesso,  è così che una scrittura non si appiattisce - al discorso diretto.  
Non conosco Tina Ceraso. Conosco abbastanza bene Roberto Pellecchia per poter dire che, nello scrivere (e nel descrivere. Il riferimento qui va alle sue splendide “guide”: Le 100 spiagge della Costiera amalfitana; Spiagge, cale e borghi della costa del Cilento; Le 100 meraviglie del Cilento e Vallo di Diano, Segreti e meraviglie della costa di Sorrento), è rigoroso almeno quanto lo è nell’esercizio della professione medica. Per la quale è stimato e apprezzato da tutti.
Un particolare del pubblico nella saletta
della Libreria Feltrinelli di Salerno
(foto tratta dal profilo Facebook di Roberto Pellecchia)
“In viaggio con l’ombra” è un romanzo ambientato in Patagonia, al quale egli - viaggiatore nato, ormai incallito (cioè: cittadino del mondo al quale ogni luogo che non sia “la prossima destinazione” sta stretto) - cominciò a pensare già quando ebbe modo di compiere un lungo viaggio in quella remota regione. Poi l’incontro, non so se casuale o voluto, con Tina Ceraso, giovane dirigente d’impresa di origine cilentana, appassionata di letteratura e poesia, ha trasformato l’idea in un progetto concreto. Nella stesura del libro, si sono alternati: i capitoli dispari lei, quelli pari lui. Ne è venuta fuori, immagino, una storia con sfaccettature diverse, dato che, da che mondo è mondo, c’è una bella differenza tra la sensibilità di un uomo e quella di una donna.
Di più, al momento, non so dire. Ho in mano il libro, intonso (per mo' di dire, perché ha una rifilatura perfetta).  Mi godo la suggestiva copertina, la dedica affettuosa di Roberto. Il protagonista di “In viaggio con l’ombra” - cito dalla ribaltina -, “Gennaro Rinaldi, in arte Enrico Morgano, scrittore in partenza per l’Argentina, versa in una crisi talmente profonda che il suo editore decide di affiancargli una ghostwriter, Francesca Apoldio. I due si incontrano fugacemente in aeroporto e si accordano per una collaborazione via e-mail. Francesca, convinta di aver riconosciuto in Morgano l’amore della sua giovinezza, decide di inseguirlo in Argentina di nascosto, utilizzando gli indizi ricavati dai capitoli che lui le invia. Si procede così parallelamente in una vicenda oon the road che ha per sfondo i paesaggi più struggenti della Patagonia”.
Vicenda intrigante, senza dubbio. Che, al di là degli avvenimenti, dei personaggi indagati anche in chiave psicologica, ci aiuterà a conoscere una immensa area geografica, misteriosa e affascinante, che a me, inguaribile sedentario, appare terribilmente lontana, addirittura alla... fine del mondo.
Una storia trasferibile sullo schermo? mi chiedo. E perché no?
Sigismondo Nastri

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