Gelsomino D'Ambrosio |
Ho scritto, in altra circostanza, che mi è sempre piaciuto l'odore
dell'inchiostro di stampa. Fin da quando, giovanissimo, ad Amalfi, nella tipografia
di Andrea De Luca, dove ebbe inizio la mia formazione lavorativa, mi capitava di "giocare" con i
caratteri di piombo (quelli grandi, ovviamente) e comporre - d'intesa con
l'indimenticabile Peppino De Luca - dei piccoli manifesti, stampandoli col
tirabozze. Insieme, riuscimmo una volta a impaginare persino un giornalino,
fatto tra amici, che chiamammo "Ulixes".
Ora che tutto è cambiato con le nuove
tecnologie, ne sento viva la nostalgia. Resta il fatto, però, che quando sono
stato coinvolto in qualcosa che avesse attinenza col lavoro tipografico ho
vissuto esperienze e momenti straordinariamente belli. Gratificanti. Anche se il
mio ruolo era soltanto quello di correttore di bozze. M'è capitato spesso con i
miei amici De Luca (cito solo la collana del forese "inventata" da
Peppino). Poi, "complice" Massimo Bignardi, mi son trovato una volta catapultato
nello stabilimento Amilcare Pizzi a Cinisello Balsamo per curare l’editing del
catalogo di una mostra di Picasso a Como.
Le esperienze più gratificanti, ed anche
più istruttive, le ho vissute nelle stanze di Segno Associati stando fianco a fianco, in alcune intense serate, con Gelsomino D’Ambrosio, in occasione delle mostre “Mediterraneo Mirò”
(16.11.2002-16.1.2003) e “Pablo Picasso I luoghi e i riti del mito” (16.12.2004-13.3.2005) a Salerno, sempre a cura di
Massimo Bignardi, e seguendo l’allestimento degli splendidi cataloghi.
Un disegno di Gelsomino D'Ambrosio |
Che emozione
quando mi affidò, per una rilettura prima della stampa, un libro di Leonardo Sinisgalli
e il testo di una sua conferenza (o lezione) sul vescovo Juan Caramuel y Lobkowicz che nel 1600 aveva
impiantato una tipografia a Campagna.
Fra meno di un mese, il 6 novembre, ricorrerà il decimo anniversario della morte di Gelsomino D'Ambrosio. E’ una data che non può, non deve passare sotto silenzio.
Fra meno di un mese, il 6 novembre, ricorrerà il decimo anniversario della morte di Gelsomino D'Ambrosio. E’ una data che non può, non deve passare sotto silenzio.
Salerno - la città, le sue istituzioni - ha il dovere di
ricordare un uomo, un professionista, un artista – cito la bella mostra di suoi
dipinti e disegni a Giffoni Valle Piana - che è stato, nell’ambito della
cultura del territorio, un protagonista. Una guida. Un faro. Un maestro. E non solo per l’attività di docente di Cultura della grafica all’ISIA di
Urbino e in numerosi master e corsi post-laurea, per i tanti saggi pubblicati
su importanti riviste del settore, per l’intenso lavoro di progettazione della comunicazione per
piccole e grandi imprese, in Italia e all’estero. Anche un maestro di vita.
Sigismondo Nastri
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