Pietro Falivena, pittore di raffinata sensibilità, compie oggi ottant’anni. Speravo di incontrarlo stamattina, come a volte mi capita, nella bottega-studio di Adriano
Paolelli, abituale luogo di intrattenimento e di discussione. Non l’ho
visto. E, quindi, gli auguri glieli faccio qui, in questo mio piccolo spazio.
Anzi, glieli rinnovo, dato che già stanotte gli ho mandato un sms che spero
abbia ricevuto.
Lo sguardo di Pietro Falivena colto dalla matita di Adriano Paolelli |
Paolelli, che ha la straordinaria capacità di cogliere delle persone i pensieri,
i sentimenti, oltre che i tratti somatici, ha voluto ricordare la ricorrenza con un “ritratto”
particolare di Pietro, che ne mostra solo gli occhi: uno sguardo vivo e
penetrante, avido di conoscenza, come deve essere lo sguardo di un artista.
Ottant’anni sono tanti, a contarli (io vado per ottantadue, ormai), ma in fondo non sono che venti moltiplicati
per quattro. E se uno non va per il sottile, se non è pignolo, riesce a
convincersi che 80 è cosa ben diversa da 20 x 4: vent’anni, corrispondenti a quelli della prima
giovinezza, che si rigenerano e si rinnovano, quattro o cinque
volte. Solo una illusione? E che fa? Anche le illusioni, si sa, aiutano a vivere.
Adriano Paolelli: ritratto di Pietro Falivena |
In fondo, voglio dire, l’età che ci portiamo
addosso non sempre è quella indicata sulla nostra carta d’identità, ma quella evidenziata
dalla nostra voglia di vivere, di fare, dalla nostra gioia (nonostante tutto quel che ci gira intorno), dal nostro entusiasmo.
Stamattina, sul quotidiano la Città, Pietro, stimolato da un bravissimo giornalista, Paolo Romano, si è raccontato.
Ha raccontato i luoghi dell'infanzia, il
primo viaggio in treno (lui, figlio di capotreno, ammesso
nella locomotrice), i punti di riferimento culturali nella Salerno del dopoguerra, ricca di fermenti, di iniziative, bramosa di sapere.
Ha ricordato i suoi maestri, Panzini, Nicoletti, Stavolone. Ma soprattutto si è raccontato, spiegando la genesi delle sue “carte perse”,
delle sue “carte volanti”, delle sue "cartoline dipinte" che spedisce agli amici in
occasione delle feste. Se gli posso dare
un suggerimento, è questo: lasci stare il passato, destinato a diventare
memoria, e anche il presente, che è solo - chiedo scusa per l'autocitazione - "il battito d’ali d’un passerotto". Guardi
avanti, elabori progetti per il futuro. A
Paolo Romano ha dichiarato che gli piacerebbe esporre le sue “carte colorate, circa
50 pezzi inediti, pastelli a olio fatti su carta tipografica”. Sarebbe una
bella cosa. Lo si faccia. Ancora tanti auguri!
Sigismondo Nastri
Nessun commento:
Posta un commento