lunedì 15 agosto 2016

CI RISIAMO. FERRAGOSTO DI FUOCO A MAIORI

Ci risiamo. Ed era da aspettarselo sulla base di precedenti analoghe esperienze. Ma esiste un organismo ufficiale – mi domando -, che tiene una statistica dei luoghi, dei giorni, delle ore in cui si mettono al rogo le selve, i boschi?
Il 15 agosto, quando tutta l'attenzione è concentrata sulla festa patronale a Maiori, c'è chi, operando in maniera scientifica, strategica, appicca il fuoco alla montagna a ridosso della città, affollata di villeggianti e turisti. E' già capitato altre volte. Ricordo di aver visto il promontorio di Capo d'orso in fiamme, una sera di ferragosto, anni fa, mentre ero a cena al Santa Caterina di Amalfi con l'avvocato Parenzo e Luisa Fiocco. Due amici che ricordo con nostalgia e rimpianto. Colmo dei colmi, alle ore 23.30, dopo la processione della statua di S. Maria a Mare, è annunciato uno spettacolo pirotecnico. ‘A festa è festa e, se pure il mondo va in rovina, chi se ne frega?
Pensiamo a quanti interessi si celino dietro un incendio. Ne discutiamo da più di mezzo secolo. Quando, in passato (oggi non lo fa nessuno), qualcuno ha tentato di mettere il naso in questa situazione, formulando ipotesi, certamente non quelle dell'autocombustione o della sbadataggine dell'idiota di turno, ma neppure dell'origine "probabilmente" dolosa, è stato subito messo a tacere in malo modo. Ormai lo si dà per scontato che debba succedere... Non solo non si indaga su possibili esecutori e mandanti (dappertutto, dalle Alpi alla Sicilia), c'è che chi vede, chi sente, chi sa, chi capisce, non parla. Come le famose tre scimmie. Insomma, vince l'omertà.

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