Voterò NO. Per una serie di motivi. Cito qui i principali:
- Non è vero che si abolisce il Senato (resta un senato di nominati, in grado anche di porre veti. Il taglio dei senatori è irrilevante. Perché non si riducono i deputati, che restano 630?);
- Si aumenta considerevolmente il numero delle firme occorrenti per referendum abrogativi e leggi d'iniziativa popolare (riducendo così gli spazi di democrazia diretta);
- Alla costituzione è connessa la legge elettorale: se al primo turno una lista supera il 40% ottiene il premio di maggioranza. Ma chi vince al ballottaggio, anche di un solo voto, governerebbe grazie ad un vero premio "di minoranza" (se questa è democrazia!);
- Sono privilegiati, per l'approvazione, i disegni di legge governativi a danno delle leggi di iniziativa parlamentare (quindi, declassando di fatto il parlamento);
- -Viene posto un freno al decentramento regionale, a vantaggio del governo centrale. Questo alimenterà notevolmente il contenzioso tra governo centrale e regioni);
- 47 articoli della Costituzione cambiati sono tanti, da stravolgerne l'idea ispiratrice (di personalità di altissimo livello, altro che la Boschi!) e i contenuti. E' inaccettabile che lo si sia fatto a colpi di maggioranza.
Il Senato, secondo me, andrebbe abolito. Senza se e senza ma (come le Province). Punto e basta (invece si crea uno pseudo senato, come sono state create delle pseudo Province). Il numero di deputati, 630 (gli Stati Uniti, udite!, ne hanno 435), ridotto. I parlamentari devono essere tutti eletti dai cittadini.
Con un parlamento di nominati (da chi ha in mano il partito), - neppure espressione della maggioranza dei cittadini, grazie ai... "bonus" - la democrazia va in sofferenza, si rischia di dar vita a un surrogato di dittatura. Ho vissuto da ragazzino il fascismo, l'uomo solo al comando, e a questo non ci sto. Sono stato educato ai principi della democrazia, che è fatta di confronto, scontro, dialogo, alternanza.
Ecco perché voterò NO.
Nessun commento:
Posta un commento