La
festa religiosa di San Giovanni Battista
si fonde – e si confonde – con tradizioni, incantesimi, superstizioni, pratiche
esoteriche. Non so dire perché. Non mi ci sono applicato. Forse perché capita
in un giorno particolare del calendario, il 24 giugno, subito dopo il solstizio
d’estate.
Penso
che sia la solennità in cui maggiormente sopravvivono credenze pagane legate al
ciclo della natura.
Pochi forse ne hanno memoria. A cominciare da quella, tramandata fino a noi,
secondo la quale nella notte tra il 23 e il 24 scenderebbe a mare, dal cielo,
una trave di fuoco per riscaldarne l’acqua. Quando ero bambino, bisognava
aspettare che ciò accadesse prima di cominciare i bagni. Ma, se il tempo si
mantiene plumbeo come è in questo momento – le nove del mattino della vigilia –,
altro che trave ‘e fuoco. Rischierebbe ‘e piglià nu purpetiello – cioè di
bagnarsi – prima di giungere a destinazione.
La strega di Biancaneve, film della Walt Disney (1937) |
Ancora. Nella notte di San Giovanni si raccoglievano (e si raccolgono) le noci, acerbe, da mettere a macerare nell’alcol per la produzione domestica del nocillo.
E lascio stare il sabba delle janare sotto il maestoso noce di
Benevento. Sembra che anche quelle di Conca dei Marini ci andassero, volando a
cavalcioni sul manico di una scopa.
© Sigismondo Nastri
© Sigismondo Nastri
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