Papa Francesco oggi ha detto: "Quante volte vediamo gente tanto attaccata ai gatti ai cani che poi lascia sola e affamata la vicina. No, per favore no!". Giustissimo, e non potrebbe essere diversamente. Da credente devo accettare il magistero del Vicario di Cristo in terra. E anche il suo forte richiamo. Io ho un cagnolino, lo amo. Ne sono ricambiato, centuplicato. Mi fa compagnia, giorno e notte. Ne avevo anche un altro, è morto, causandomi un dolore grandissimo. L'amore per gli animali, è vero, non deve sostituirsi a quello per il prossimo. ."Ama il prossimo tuo come te stesso" è un comandamento divino. Ma l'amore per il prossimo non esclude quello per un cagnolino o un gatto. Credo che questo volesse dire il pontefice. Vedo che si stanno manipolando le sue parole in maniera indecorosa. Solo, mi piacerebbe che esse non cadessero nel vuoto. Ieri ho incrociato un clochard. Giaceva accovacciato in un angolo di marciapiede, coperto da un vecchio lacero cappotto. Mi sono fermato, per vedere se avesse bisogno d'aiuto. Gli ho dato qualche euro. Poco. Avrei dovuto essere più generoso. Me ne son reso conto dopo, ragionandoci con calma, quando sono rientrato a casa. Qualche istante prima di me erano passati di là due religiosi: non si sono fermati, anzi hanno accelerato il passo, dopo aver rivolto al poveretto uno sguardo fugace.
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