E’
venuto a mancare oggi Marco (Giacinto) Pannella, fondatore e leader storico del Movimento
Radicale in Italia. Aveva 86 anni ed era malato da tempo. Ieri lo avevano
trasferito in una clinica romana "per garantirgli un ambiente adeguato
alle sue attuali condizioni".
Lo
ricordo protagonista della battaglia divorzista con Loris Fortuna nel 1965, poi
di quelle divorziste e di quella tesa alla liberalizzazione delle droghe
leggere, che gli causò l’arresto per aver fumato uno spinello in pubblico.
E’
stato deputato per la VII, VIII, IX, X, XI legislatura (dal 1976
al 1994). Memorabili i suoi scioperi della fame e della sete, capaci di mettere
a rischio grave la sua salute, per portare all’attenzione del parlamento e del governo le condizioni
disumane delle nostre carceri.
Ogni
volta che muore un personaggio pubblico, un protagonista della scena politica e
culturale, è costume che si alzino dai media - anche quelli che lo hanno
avversato - inni di lode. E' successo in passato, succederà ora con Pannella, la cui storia è ben raccontata da Massimo Teodori nel libro "Marco Pannella un eretico liberale nella crisi della Repubblica".
A
me è capitato di storcere il naso di fronte a certe sue provocazioni. A volte
ne ho condiviso le battaglie, altre volte no. Ma l'ho ammirato sempre per il coraggio e la coerenza, in un paese popolato abbondantemente di gente pavida e voltagabbana. Gli riconosco il merito di
aver dato un contributo fondamentale alla crescita civile dell'Italia.
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