Torno sulla
inaugurazione della “Casa del gusto” perché attribuisco a quella cerimonia –
che ha riunito amministratori di oggi e di ieri - un valore importante e
perché ritengo che quella struttura possa essere in grado di segnare una svolta
in un territorio nel quale riesce ancora difficile programmare le cose con
una visione d’insieme, non frammentata, lungimirante. Le recenti vicende giudiziarie, legate agli impianti di depurazione, ne sono una testimonianza.
Il taglio del nastro |
Luigi Mansi,
sindaco di Scala e presidente della Comunità Montana dei Monti Lattari, è una
persona seria, equilibrata anche nelle parole, dinamica e fattiva. Lo dimostra quanto di buono sta facendo nel suo comune. Se dichiara che “la Casa del Gusto non sarà affatto una
tempio nel deserto ma una vetrina permanente delle tipicità e delle grandi
aziende della Costa d’Amalfi, una cattedrale destinata a ospitare il nostro
mare magnum di sapori” c’è da credergli. Io ci credo. Tanto più, sapendo che la
struttura inaugurata domenica a Tramonti ha richiesto un duro impegno – suo e
dei suoi predecessori: Raffaele Ferraioli, innanzitutto, e Salvatore Grimaldi – prima e dopo che la Comunità Montana Penisola Amalfitana venisse fusa con quella
della Penisola Sorrentina.
E’ chiaro però che, realizzato finalmente il
contenitore (ci son voluti almeno dieci anni), occorrerà arricchirla di contenuti, renderla produttiva. Giustamente Mansi definisce la Casa del Gusto un importante biglietto da visita per l’intera area sorrentino-amalfitana. "Bisognerà gestirla – sottolinea - in un’ottica di
promozione del territorio, delle sue peculiarità enogastronomiche”. Che sono tante. Se n’è avuto un assaggio
domenica, anche se io – come mi capita da un po’ di tempo – mi sono limitato a
guardare. Con rammarico, con la “sputazzella” in bocca per usare un'espressione del "nostro" vocabolario. Preso
dall’assillo di tutelare la mia salute. Però non ho rinunciato alla pizza,
invogliato dall’amico Massimiliano (che ha avuto l’amabilità di darmi ospitalità
nella sua auto all’andata e al ritorno. Grazier vivissime).
Ho visto in piena attività tre forni: la qualità della pizza, preparata dai maestri pizzaioli di Tramonti, era eccelsa. Da leccarsi i baffi. Secondo previsioni, ovvio. La pizza di Tramonti, per me, non ha rivali, persino a Napoli. Nelle numerose postazioni, lungo il sentiero che circonda il giardino botanico allestito di fresco, c’era esposto il meglio della nostra gastronomia. Merito dei ristoratori locali, ma anche degli allievi dell’Istituto Professionale Alberghiero di Maiori, che hanno curato il catering, proponendo piatti che – a giudicare la ressa – hanno riscosso grande successo. Come pure i dessert, in particolare quelli del maestro Sal De Riso. E i liquori: Concerto e Limoncello.
"Questa potrebbe sembrare l’ultima tappa, una tappa di arrivo – ha detto Raffaele Ferraioli, sindaco di Furore, ex presidente della Comunità Montana, ora anche coordinatore regionale delle Città del Vino -. E invece non è così. Siamo venuti per partire perché abbiamo una grandissima responsabilità. E cioè proseguire un percorso che sarà virtuoso se non perdiamo la consapevolezza nei nostri mezzi: ricchezza enorme di questo territorio e tradizioni nobilissime».
Ho visto in piena attività tre forni: la qualità della pizza, preparata dai maestri pizzaioli di Tramonti, era eccelsa. Da leccarsi i baffi. Secondo previsioni, ovvio. La pizza di Tramonti, per me, non ha rivali, persino a Napoli. Nelle numerose postazioni, lungo il sentiero che circonda il giardino botanico allestito di fresco, c’era esposto il meglio della nostra gastronomia. Merito dei ristoratori locali, ma anche degli allievi dell’Istituto Professionale Alberghiero di Maiori, che hanno curato il catering, proponendo piatti che – a giudicare la ressa – hanno riscosso grande successo. Come pure i dessert, in particolare quelli del maestro Sal De Riso. E i liquori: Concerto e Limoncello.
"Questa potrebbe sembrare l’ultima tappa, una tappa di arrivo – ha detto Raffaele Ferraioli, sindaco di Furore, ex presidente della Comunità Montana, ora anche coordinatore regionale delle Città del Vino -. E invece non è così. Siamo venuti per partire perché abbiamo una grandissima responsabilità. E cioè proseguire un percorso che sarà virtuoso se non perdiamo la consapevolezza nei nostri mezzi: ricchezza enorme di questo territorio e tradizioni nobilissime».
C’è di più. La Casa del Gusto - riferisce un comunicato stampa appena
pervenutomi – “è chiamata a svolgere la funzione di laboratorio permanente di
ricerca, formazione, comunicazione, educazione sensoriale e alimentare. Una
funzione tutta tesa ad affermare e diffondere il piacere e la cultura
dell'enogastronomia di qualità. Una struttura destinata a informare, deliziare,
divertire ed educare al cibo e che diventa nel contempo un centro di
aggregazione dei produttori e dei consumatori. Un’autentica piattaforma dove
sviluppare l'incontro e la conoscenza, reciproca e diretta, fra domanda e
offerta dei prodotti enogastronomici più preziosi, in un rapporto di scambio
fecondo. Una ‘casa’ con una precisa ‘mission’ culturale e didattica e con una
funzione altrettanto forte d’impulso economico per la ristorazione di qualità e
per il commercio dei prodotti tipici.”
Non mi resta che augurare che tutto ciò avvenga.
Sarà un bel biglietto da visita per la Costiera.
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