La notizia che Salvatore
De Riso “è a pieno titolo tra i big
della pasticceria mondiale” non può che farmi piacere. Come deve far
piacere all’intera Costa d’Amalfi. La consacrazione è avvenuta a Milano col
conferimento del prestigioso premio “World Pastry Stars” nel corso di un
evento internazionale organizzato da ItalianGourmet.
Ringrazio Mario Amodio per la
tempestività con la quale ce lo ha fatto sapere attraverso il suo beninformato blog Amalfinotizie.
In una sala gremita di pubblico – riferisce Mario
-, “con pasticceri provenienti da
tutt’Europa”, Sal De Riso ha
tenuto una relazione nella quale ha parlato del suo percorso professionale e ha
evidenziato tutti gli elementi che l’hanno condotto al successo: utilizzo di
prodotti di eccellenza campani (che non manca di promuovere in ogni sua
apparizione sul teleschermo: dallo sfusato amalfitano alla ricotta di Tramonti,
dalla nocciola di Giffoni ai fichi del Cilento), grande artigianalità
supportata dalla tecnologia.
Lo ricordo agli inizi dell’attività, a Minori. Giovane
preparato, capace, intelligente, ambizioso nel senso migliore del termine. Avemmo
modo di accennarne su èCostiera, a quel tempo. E, non una volta, ci toccò di
assaggiare i suoi dolci. Quando, all’inizio del 2000, presentammo a Salerno,
nel salone di rappresentanza di palazzo S. Agostino, la nuova veste grafica del
periodico, si offrì di allestire il buffet. Meglio, ce lo offrì.
Poi sono venuti i successi televisivi, straordinari,
i libri in cui si racconta e descrive le sue ricette.
L’anno scorso, per i miei ottantanni, complici quei
meravigliosi ex allievi, che ancora mi riempiono d’affetto, e lo stesso Mario Amodio, amico e collega
carissimo, Salvatore mi fece la sorpresa di una torta che, oltre a essere di
qualità eccelsa, era talmente bella da poter essere messa in bacheca in un
museo (magari, della pasticceria). Eppure – e me ne rammarico, non è certo un titolo di merito per me - non sono mai stato nel
laboratorio di Tramonti, dove una squadra di 50 tra pasticceri e impiegati
altamente specializzati e motivati collaborano con lui, col maestro. Dove –
prendo ancora a prestito le parole di Mario Amodio – c’è una “costante ricerca
e sperimentazione, unita alla curiosità e al desiderio di migliorarsi. Un mix
che ha portato il marchio Sal De Riso Costa d’Amalfi alla conquista di mercati
italiani ed esteri”. A ottantuno anni, mi raccomandano, i dolci posso solo guardarli. O, tutt'al più, annusarne il profumo. Ahi, la vecchiaia!
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