Le due foto, che pubblico qui, mostrano la città in un giorno degli anni cinquanta. Un giorno d'estate di sessant'anni fa. La prima foto mostra la piazza Flavio Gioia, la seconda il rettilineo che passa sotto il palazzo municipale, accanto allo "stradone", la bella passeggiata che affaccia sulla Marina Grande. Un particolare, non visibile (forse visibile solo ingrandendo l'immagine): in questa seconda foto, dov'è l'autobus fermo, c'è un tale che cerca di sbloccare l'ingorgo utilizzando, a mo' di semaforo, una mezza anguria infilata in un coltello. Rossa da un lato, verde dall'altro. Io c'ero. Ricordo bene quella scena.
Torno al compito di disciplinare la circolazione, che era affidato abitualmente al vigile urbano Nicola Napoli. Sostituito in certi momenti dal collega Biagio Fronda, meno da Aristide Andro, che era vigile sanitario. A volte ci si dedicava lo stesso comandante Salvatore Vassallo.
Il povero Nicola Napoli era un omone ben messo e sudava le fatidiche sette camicie in un'impresa che, nei giorni critici (periodo di Pasqua, ferragosto), diventava veramente ardua. Tanto che lo si vedeva sbuffare e, ogni tanto, asciugate la fronte e le guance, bofonchiare tra sé; "Ma nun se ne scenne maie nu ponte d' 'e parte 'e Vietri?".
E' una situazione che è rimasta pressoché la stessa, dopo sessant'anni, a parte i modelli delle auto che si sono evoluti.
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