Per fortuna, ieri sera, impegnato in altre cose, mi son perso lo
"spettacolo" dell'incontro di Coppa Italia tra il Napoli e l'Inter.
Compresi gli... accessori: la lite, con insulti, fra i due allenatori. Meno
male. A me piace lo sport pulito, corretto, leale, rispettoso dell'altro. Sia
per quanto riguarda l'aspetto agonistico che tutto quello che vi ruota intorno.
Invece, mi accorgo che da questo mondo di pallonari - ricco, osannato, seguito,
imitato - arrivano sempre più frequentemente messaggi ed esempi negativi. Che, purtroppo, fanno proseliti specialmente tra i più giovani: basta, per averne la prova, dare uno sguardo alla proliferazione di post su Facebook: rozzi, triviali, di una violenza verbale inammissibile.
Per quanto mi riguarda,
vado fiero di non aver mai saputo usare espressioni volgari o offensive in
quello che scrivo e nella stessa vita quotidiana. Tanto da poter dire, ora che
sono sul viale del tramonto, ed è tempo di consuntivi: "Non ho storie
d'inimicizie da raccontare / né liti pendenti / o colpe da farmi perdonare. /
Ho un mondo d'amici / e me ne vanto."
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