Traggo da Facebook queste dichiarazioni del cantante e paroliere Cristiano Malgioglio e del giornalista-scrittore Alfonso Signorini. Due personaggi di successo della Tv e della carta stampata. Due personaggi che, si usa dire, fanno tendenza. Ho motivo di ritenere che siano dichiarazioni autentiche. Esse s'inseriscono nel dibattito in corso, in parlamento e nella società, sulle cosiddette unioni civili: il riconoscimento giuridico delle coppie di fatto, etero e omosessuali. Su questo non metto lingua. Stefano Rodotà, un giurista che ho sempre apprezzato, sottolinea che, "per continuare a discriminare gli omosessuali, si è obbligati a violare
principi generali di eguaglianza, di riconoscimento dell'altro". Ne prendo atto.
Ma sulle adozioni, da parte di coppie dello stesso sesso, dico subito no, senza se e senza ma. Lo dico da cittadino laico dello stato italiano, più che da cattolico. E non mi preoccupo di sembrare retrogrado rispetto a quello che già avviene in altri paesi europei ed extraeuropei. Considero questa eventualità una vera e propria discriminazione nei confronti dei bambini adottati, intesa come negazione di quel bene di prima necessità rappresentato dalla figura materna. Ha ragione Vittorio Sgarbi quando afferma che "la famiglia è un padre e una madre. E una madre non può essere uno con la barba o i baffi".
Ma sulle adozioni, da parte di coppie dello stesso sesso, dico subito no, senza se e senza ma. Lo dico da cittadino laico dello stato italiano, più che da cattolico. E non mi preoccupo di sembrare retrogrado rispetto a quello che già avviene in altri paesi europei ed extraeuropei. Considero questa eventualità una vera e propria discriminazione nei confronti dei bambini adottati, intesa come negazione di quel bene di prima necessità rappresentato dalla figura materna. Ha ragione Vittorio Sgarbi quando afferma che "la famiglia è un padre e una madre. E una madre non può essere uno con la barba o i baffi".
C'è una poesia, "La parola più bella", di Marino Moretti che, a leggerla, ancora mi commuove: "Mamma. Nessuna parola è più bella. / La prima
che si impara, / la prima che si capisce e che s'ama. / La prima di una lunga
serie di parole / con cui s'è risposto alle infinite, / alle amorose, timorose
domande / della maternità. / E anche se diventassimo vecchi, / come
chiameremmo la mamma / più vecchia di noi? / Mamma. / Non c'è un altro
nome."
Victor Hugo, a sua volta, ricorda: "La madre è un angelo che ci guarda, / che ci insegna ad
amare! / Ella riscalda le nostre dita, il nostro capo / fra le sue ginocchia,
la nostra anima / nel suo cuore: ci dà il suo latte quando / siamo piccini, il
suo pane quando / siamo grandi e la sua vita sempre."
Torno alle dichiarazioni di Malgioglio e Signorini, che sono testimonianza di grande onestà intellettuale. "Un bambino deve crescere con una donna, la parola mamma è troppo importante" avverte Malgioglio. Signorini è ancora più preciso: "Penso che il bambino abbia bisogno di una figura materna e una paterna".
Concetti che, espressi da loro, acquistano una valenza ancora maggiore. Me ne approprio, senza offesa per chicchessia. Poi ciascuno la pensi come crede.
Nessun commento:
Posta un commento