Il
Calendario d’arte 2016 dell’Industria grafica e cartaria De Luca spa, dedicato
al pittore Manfredi Nicoletti, sarà presentato giovedì 17 dicembre, alle ore
sedici, nella sala del Gonfalone del Palazzo di Città, a Salerno, e poi, sabato
19 dicembre, alle ore diciotto, nell’aula consiliare del Municipio di Cetara.
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Manfredi Nicoletti |
A
Salerno, la figura e l’opera del pittore saranno tratteggiate – dopo i saluti istituzionali del sindaco
Vincenzo Napoli, dell’assessore alla cultura e al turismo Ermanno Guerra e del
sindaco di Cetara Secondo Squizzato – dal maestro Mario Carotenuto, che gli fu
amico, dallo storico dell’arte Marco
Alfano, curatore del calendario, dal figlio, Luigi Nicoletti, e da Andrea De
Luca, dell’Industria grafica e cartaria De Luca.
A
Cetara è in programma un intervento di Massimo Bignardi, docente di storia
dell’Arte contemporanea nell’università di Siena, al quale si deve
l’allestimento di un museo nella locale torre vicereale, dove a Manfredi
Nicoletti è riservato un ampio spazio.
A
moderare i due incontri sarà il giornalista Sigismondo Nastri.
La
presentazione di questo Calendario d’arte rappresenta sicuramente un evento di
alto profilo. Nel solco tracciato da Giuseppe De Luca, oggi percorso dai figli
Andrea e Raffaele, esso dimostra l'attenzione di un’azienda, che fa onore al nostro
territorio, tesa al recupero della memoria storica e alla valorizzazione degli
artisti più significativi che hanno operato in Costiera amalfitana, in
particolare, e nell’intera provincia.
Manfredi
Nicoletti può essere considerato l’ultimo
di quella schiera di pittori, cosiddetti “costaioli” – Bignardi li definisce
“pittori di Maiori” –- , attivi tra la fine dell’ottocento e la prima metà del
novecento, anche se il suo percorso artistico – nota Marco Alfano – appare legato a un processo di aggiornamento,
dovuto ai contatti con personalità importanti quali ad esempio M.C. Escher:
tanto importanti da averlo indotto a sviluppare la sua ricerca “nella
scomposizione cromatica d’ascendenza cézanniana che infonde un inquieto brulicare
ai suoi paesaggi e alle sue feste”.
Nato
a Maiori nel 1891, Manfredi Nicoletti fu allievo di Raffaele D’Amato; poi dal
1910 frequentò i corsi del R. Istituto di Belle Arti di Napoli, dove ebbe come
docenti Michele Cammarano e Eduardo Dalbono. Iniziò ad esporre alla XXXVI
Promotrice del 1914, dove presentò Chierichetto in sagrestia e Ritratto del
pittore Edoardo Pansini. Nel 1921 partecipò con il pastello Testa di bimba alla I Esposizione Biennale Nazionale d’Arte della Città di Napoli. Al 1928 risale
la prima personale, allestita presso l’Edificio Scolastico Occidentale di
Salerno, dove espose cinquantasei opere, tra oli e pastelli. Nel 1930 partecipò
a Napoli alla mostra organizzata dalla rivista «Cimento». L’anno seguente
soggiornò a Londra, dove allestì una personale alla Picture Gallery di Eton
College. Nel 1931 fu invitato alla Quadriennale d’Arte Nazionale, dove espose Festa
notturna (1930); nel 1933 fu presente con nove opere alla II Mostra
Salernitana d’Arte. Nel 1939 allestì una personale al Padiglione del Circolo
Artistico alla Villa Comunale di Napoli. Nel 1940 espose al Bragaglia fuori
commercio (Casa d’Arte Bragaglia) di Roma. Nell’immediato dopoguerra allestì
due personali a Salerno, nella sede del Partito Socialista, nel 1944, e al
Salone della Casa del Combattente nel 1949. Nello stesso anno partecipò alla
Rassegna delle Arti Figurative nel Mezzogiorno a Napoli. Del 1955 è la Prima
Mostra dei Pittori Salernitani, promossa dal Centro di Cultura, dove lo
troviamo insieme ad alcuni giovani artisti, tra cui Mario Carotenuto ed
Isabella Greco; nel 1957 prese parte alla Terza Mostra Artisti Salernitani,
organizzata dall’Ente Italiano Pro-Cultura di Salerno. Morì, nella sua casa di Cetara, l’8 agosto
1978.
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Cetara in un dipinto di Manfredi Nicoletti |
Nicoletti
fu il pittore delle processioni, delle feste patronali, di straordinari
notturni. Era solito ripetere, infatti,
che “la notte è piena di colori”. Ma soprattutto, col suo pennello e la
sua tavolozza, fu il cantore indiscusso di Cetara, dove – come ebbe modo di
rilevare Nicoletta Comar – il suo interesse si spostò sulle “allegre spiagge
formicolanti di colori, piccoli arazzi di tocchi ebbri e leggeri alla De Pisis.
Era la spiaggia che egli vedeva affacciandosi alla finestra della sua casa di
Cetara, ma che come le altre sue composizioni diventò simbolo di uno stato
d’animo: un fiero attaccamento alla vita, ai suoi colori e ai suoi rumori. Fu
anche la volta dei muri stesi al sole, bellissimi, ai limiti dell’ineffabile:
una realtà in cui la luce si riflette in una composizione di linee
elegantissime, bloccata nella sua perfezione e silenziosamente ammiccante
all’infinito. O ancora, le case, sempre le case, che seppero accendersi di colori
sfrontati, costretti in grosse linee di contorno blu. E di nuovo, dalle
prospettive falsate, a dare il senso dell’esiguità dello spazio, attraverso piccoli
cortili, finestre, viuzze solari, Nicoletti dipinse non il mare, ma la gioia
stessa del mare ritrovato”.