Serena
Dandini, occupandosi su Io Donna della mostra Painting Paradise. The Art of the
Garden, aperta fino all’11 ottobre a Londra, alla Queen’s Gallery di Buckingham
Palace, cita Lorenzo il Magnifico che scriveva: “Il Paradiso altro non è che il
più piacevole dei giardini, dove abbondano tutte le cose più dilettevoli,
alberi, pomi, fiori, fresche acque sorgenti, il canto degli uccelli, ed in
effetto tutte le amenità sempre sognate dal cuore degli uomini…”. Da quando
sono nato, nella parte alta della Valle dei Mulini ad Amalfi, ho sempre pensato
di essere un privilegiato. Perché quello era il mio paradiso. Allargando l’orizzonte
dello sguardo, mi sono poi accorto che tutta la Costiera è un paradiso. Non sono l'unico a pensarla così. Renato Fucini, arrivato in carrozzella
quando ancora non vi circolavano le auto, aveva osservato che “il giorno del giudizio,
per gli Amalfitani che andranno in Paradiso, sarà un giorno come tutti gli
altri”. Senonché, riproponendo la disubbidienza che portò alla cacciata di
Adamo e Eva dall’Eden, c’è chi si lascia vincere dalle suggestioni di un demone – o dal denaro? – per distruggere questo nostro paradiso, per
trasformarlo in inferno.
Maiori di notte, con le fiamme che aggrediscono la montagna (Foto di Donato Bella, da Facebook) |
Mi riferisco
ovviamente alla serie di incendi che hanno interessato pesantemente, in questi
ultimi giorni, il territorio della Costiera, da Cetara a Maiori, da Amalfi a Sorrento. Ultimo, ieri sera, sulla montagna
(località Tampone o Tompone), proprio a monte del popoloso rione di Casa
Imperato, a Maiori, dove abito. Ma già l’altro ieri s’era vissuta un’esperienza
terribile, con le fiamme che aggredivano
il promontorio di Capo d’orso, riducendo in cenere alberi e macchia
mediterranea. E mettendo a rischio abitazioni e strutture turistiche. Non è neppure la prima volta che capita e non
sarà l'ultima se il fenomeno degli incendi estivi, dovuto ad atti delittuosi,
continuerà ad essere snobbato nelle sedi istituzionali competenti. Se poi qualcuno non ne è convinto, lo dichiari ufficialmente: vuol dire ca è stato
'o cavere, 'o sole cucente. Autocombustione. Oppure un amante del trekking che, andando per i sentieri, ha gettato un mozzicone acceso. Chi ci vuol credere
ci creda. Esistono pure 'e ciucce ca volano, no? Il fatto è che chi dovrebbe farsi
carico del problema finge di non capire. E chi è tenuto a indagare ritiene che sia un fatto ineluttabile, endemico come un male di stagione: l'influenza, il raffreddore, la bronchite, la diarrea. Perché fino a oggi risultati non se ne sono avuti.
Non si va alla
ricerca delle cause e del movente, non si fa prevenzione né vigilanza, si
preferisce intervenire con i vigili del
fuoco, la protezione civile, che svolgono con sacrificio un lavoro difficile e perciò meritano tutta la nostra ammirazione, i mezzi aerei (già…!) quando arrivano, a
"funzione" finita , con comodo. Comme succedette na vota a
santa Chiara; doppo arrubbato facettero 'e porte 'e fierro. Io non sono un patito di Marzullo, mi pongo domande ma non
mi do risposte. Ci provai una volta, una quindicina di anni fa: nun l'avesse... maje fatto!!!
Vedo che su
Facebook c’è chi impreca, maledice, Non
serve a nulla. Occorre che chi sa, chi ha visto, chi sospetta, parli. Mi
rifiuto di credere che nessuno si sia mai accorto di nulla. L'omertà vale
complicità. Se
distruggiamo il nostro ambiente (poi con le piogge verranno le frane, le
alluvioni) , distruggiamo non solo l'economia del territorio, che è già a
rischio per come è strutturato, ma la possibilità di sopravvivenza delle future
generazioni. Tutto
il male che facciamo all'ambiente, al paesaggio, si ritorcerà a
danno dei nostri figli, dei nostri nipoti. Teniamolo bene a mente!
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