Tre anni fa, su questo blog, salutavo così la ricorrenza del 1° maggio:
Auguri. Buon Primo Maggio: a chi
il lavoro lo ha, ed è costretto a difenderlo con le unghie, ma soprattutto a chi
lo aspetta... Ai giovani sempre più in preda alla disperazione. E tanta
solidarietà a chi il lavoro lo ha perso.
"Il lavoro - scrive Carlyle - è
l'unica cosa nobile". E aggiunge: "Felice colui che ha trovato il suo lavoro:
non chieda altra felicità". Ma, almeno questa, ha diritto di averla. Lo tenga
bene a mente chi ci governa. Ha il dovere di assicurarglielo. Ha il dovere di
far leggi capaci di creare opportunità occupazionali, anziché di rendere più
facili i licenziamenti.
Non fa ridere, altrimenti, la
Costituzione quando sancisce che "l'Italia è una repubblica democratica fondata
sul lavoro"? Senza il lavoro questa nostra società è destinata veramente a
finire in rovina.
Dopo tre anni non c'è una virgola da cambiare.
Peggio. L'Istituto Centrale di Statistica ha comunicato che a marzo la
disoccupazione è arrivata al 13%, salendo dello 0,2% rispetto a febbraio e
registrando il livello più alto dal novembre 2014, quando era al 13,2%. Male
anche la disoccupazione dei giovani tra i 14 e i 25 anni che sale al 43,1%, con un aumento di 0,3 punti
percentuali rispetto al 42,8% dello scorso febbraio.
Che mi resta da dire?
Rinnovo gli auguri. Per prassi, più che per convinzione. Faccio scongiuri, ma
non servono a niente, lo so.
Solo Dio ci può aiutare!
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