Vedo poco, pochissimo per mia fortuna, i programmi
televisivi d'intrattenimento: del mattino e del pomeriggio. Mi ritrovo oggi la
tv sintonizzata su Rai 1: la seguo con nonchalance mentre mi dedico a altro. Ma
una cosa l'avverto con certezza. E non riguarda, per carità!, solo la Rai (su
Canale 5 imperversa Barbara D'Urso, arrassusìa: che Dio me ne liberi, ora e sempre!). Quello
che mi è chiaro, però, è che in tv non c'è spazio per persone normali. Lo
schermo è popolato di ospiti particolari: maniaci, visionari,
fissati, opinionisti di comodo, testimoni oculari (per usare
un'espressione cara a Totò), pubblici ministeri per vocazione, sputasentenze, strascinafacènne, esibizionisti, 'ntrallazzatori e perditempo.
Bella Italia, amate sponde... cantava il poeta.
Ma faciteme 'o
piacere!
Vorrei sapere, ad esempio, quanta gente, sul piccolo schermo, sta campando con
questa triste storia che ha per protagonisti, almeno nella fase attuale delle indagini, un religioso, padre Graziano Alabi, e la povera Guerrina Piscaglia, assassinata, sua presunta vittima. Il fatto che nelle
discussioni, a emettere sentenze prima che lo facciano i giudici, vengano chiamati
anche uomini di chiesa - preti o diaconi che siano, ricchi di esibizionismo ma
poveri di carità cristiana - mi dà tanta tristezza.
Un’ultima chicca. Stamane, all'alba, sempre su Rai 1, stava andando in
onda un servizio sul mercato del pesce di Chioggia. Ho captato a volo, restando
di stucco, un'affermazione del telecronista: Qui – diceva con una certa enfasi - "i pesci sono 'molto' locali...".
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