Mi rattrista la notizia della morte di Mario Cuomo, ex governatore - per tre volte, dal 1983 al 1994 - dello
Stato di New York. Carica ora ricoperta dal figlio Andrew (al secondo mandato).
Ebbi il piacere di conoscerlo, stringergli la mano, scambiare qualche parola con lui,
quando venne per rivedere i luoghi d'origine: Nocera Inferiore (per parte di
padre, Andrea) e Tramonti (per parte di madre, Immacolata).
Ricordo l'emozione di tanta gente al suo
arrivo, gli applausi scroscianti, le note degli inni nazionali - italiano e americano - intonati dalla banda musicale di Ravello.
Il primo saluto fu per un vecchio amico, il francescano Padre Geremia Mandara ('o monaco bello
mio esclamò, uscendo dall'auto), seguito da un affettuoso abbraccio. Altro abbraccio, col sindaco Armando Imperato che, in quella circostanza, dopo averlo accompagnato alla casa che era stata abitata dagli antenati, nella frazione Cesarano, gli conferì la cittadinanza onoraria di Tramonti.
Nel folto gruppo di cronisti, impegnati a registrare ogni particolare della visita, c'eravamo io, che all'epoca (se non sbaglio) collaboravo col Roma, Geo Nocchetti di Rai 3 e Giovanni Liguori, fotografo del Mattino. Stimolato da Nocchetti, Padre Geremia - con una ingenuità sconcertante - raccontò un episodio, spiacevole, riguardante un antenato di Cuomo. Da bravo giornalista, Nocchetti ne fece menzione qualche giorno dopo in un servizio su Famiglia Cristiana. Padre Geremia, amareggiato, venne a sfogarsi con me, sostenendo che s'era trattato di una confidenza e tale doveva rimanere. "Ma voi le confidenze le andate a fare proprio con i giornalisti?", replicai.
Nel pomeriggio ricevetti una telefonata da Giovanni Liguori. Aveva scattato solo foto in bianco e nero, gliene occorreva una a colori per la prima pagina del Mattino. Io ne avevo fatte diverse, con un apparecchio automatico che portavo sempre con me. Gli mandai l'intera pellicola, dopo qualche ora mi restituì i negativi e le foto stampate. Allora, tra colleghi, ci si dava una mano, in caso di necessità.
A Tramonti, con Mario e Matilda Cuomo |
Nel pomeriggio ricevetti una telefonata da Giovanni Liguori. Aveva scattato solo foto in bianco e nero, gliene occorreva una a colori per la prima pagina del Mattino. Io ne avevo fatte diverse, con un apparecchio automatico che portavo sempre con me. Gli mandai l'intera pellicola, dopo qualche ora mi restituì i negativi e le foto stampate. Allora, tra colleghi, ci si dava una mano, in caso di necessità.
Mario Cuomo, ottantaduenne, malato di cuore, è morto nella sua abitazione di Manhattan, dove era tornato un mese fa, dopo un ricovero in ospedale. "New York perde un gigante" ha dichiarato il sindaco Bill de
Blasio, sottolineando che egli "era un uomo di principio incrollabile che possedeva una compassione per
l’umanità senza eguali". Per onorarlo, ha disposto che tutte le
bandiere degli uffici comunali di New York siano tenute a mezz’asta per un mese. Il presidente degli USA Barack Obama, da parte sua, ha definito Mario Cuomo "un campione determinato di
valori progressisti, una voce risoluta per la tolleranza e l’equità".
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