Questa mattina, una telefonata - inattesa quanto gradita - della moglie, Dina, compagna di
scuola al tempo lontano del liceo, come del resto lui, mi ha annunciato che da giovedì 4 a lunedì 8 dicembre, al Palazzo dei Mutilati a Verona (via dei
Mutilati, 8), sarà allestita una mostra dei dipinti di Tommaso Gargano, Tommì
per me e per tutti gli amici. Il ricavato della vendita sarà devoluto
all’attivazione di “Centri per il Sollievo”, gratuiti per le famiglie veronesi
con malati di Alzheimer. La malattia che, ahimè, ha segnato anche i suoi ultimi
anni di vita. Un gesto generoso da sottolineare. Un'iniziativa lodevole, da condividere e sostenere.
L’esposizione, che si avvale del patrocinio della
Iª Circoscrizione e del Comune di Verona, rimarrà aperta dalle ore 10 alle 13 e
dalle 15.30 alle 19.00.
Pur avendolo perso di vista, dopo il suo
trasferimento da Amalfi, di Tommì m’è rimasto un ricordo vivo e caro. Da
ragazzi giocavamo insieme sul Lastricato e a Campolillo, poi insieme abbiamo frequentato ginnasio e
liceo. Anche quando ciascuno di noi ha preso la sua strada, e lui, conseguita la laurea, ha assunto le redini della farmacia paterna accanto agli antichi Arsenali, non sono mancate le occasioni d’incontro. Dopo il matrimonio, Tommy e
Dina si trasferirono a Verona e lì hanno
messo su famiglia.
Non sapevo però che la passione di Tommì per il
disegno, per la pittura, da hobby s’era trasformata in una vera e propria attività
artistica, apprezzata anche dalla critica. Me ne parlò Massimo
Bignardi che, se la memoria non mi tradisce, scrisse qualcosa in occasione di una sua mostra.
“Gargano - leggo ora in una nota che ho trovato sul sito del Centro Servizi per il Volontariato della Provincia di Verona - è un
artista che si inserisce nel filone tradizionale della pittura di paesaggio,
resistendo all’usura del tempo e delle mode. La costiera amalfitana, la strada
sul mare, i golfi tra gli scogli e le vecchie case nel cuore di Amalfi, sono i
soggetti preferiti nella sua pittura. Grande osservatore dei luoghi fisici e
della natura, permea le sue immagini di una sottile vena di malinconia in cui
traspare una ricerca della semplicità”. E’ chiaro che l’amore per la propria
terra ne ha stimolato sempre l’ispirazione.
«Quali che siano le motivazioni che spingono l’Uomo
a volersi esprimere coscientemente in qualsiasi campo dell’arte – sosteneva
Tommì - , esse non possono prescindere da due requisiti fondamentali: la
Ricerca e la Verità. L’opera realizzata tanto più potrà avvicinarsi alla
compiutezza, quanto più l’artefice sarà riuscito a renderla espressione sincera
della sua Ricerca. Ricerca intesa a filtrare, analizzare, conoscere, capire
quel groviglio di aspirazioni, sogni, ricordi, ansie, paure, contraddizioni,
che ognuno di noi è e che ci fa diventare un’entità unica e irrepetibile». Un messaggio chiaro, inequivocabile, come la sua voce,
prima di essere interrotta - all'inizio di agosto dell'anno scorso - da quel male terribile che è l’Alzhaimer.