LE MIE RISPOSTE AL COSIDDETTO "QUESTIONARIO DI PROUST"
- Il tratto principale del mio
carattere? La linearità dei comportamenti e la sincerità.
- La qualità che preferisco in un
uomo? La
lealtà.
- E in una donna? La lealtà.
- Quel che apprezzo negli amici? La lealtà.
- Il mio principale difetto? L’emotività.
- La mia occupazione preferita? Scrivere, quando ci riesco.
- Il mio sogno di felicità? Vivo momenti di felicità a far bolle di sapone "che mi ruba il vento".
- L’ultima volta che ho pianto? Quando mi è morto tra
le braccia Bouchon, il mio primo
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Bouchon e Sherry |
cane.
- L’incontro che mi ha cambiato la
vita? Con
mia moglie.
- I giorni in cui sono stato più
felice?
Quando sono nati Antonio e Manuela.
- E più infelice? I giorni più infelici
sono stati quelli della morte di mia madre, di mio padre e poi di Mariangela, la figlioletta della quale avvertii solo il "frullo d'ali come di farfalla" perché volò in cielo dopo appena un giorno.
- La mia paura maggiore? Anche se a volte mi faccio prendere dalle
preoccupazioni, non cedo mai alla paura.
- Cosa possiedo di più caro? Mia moglie e i miei figli.
- Che cosa mi è riuscito meglio
nella vita? I
figli.
- La disgrazia più grande? La televisione e i giornali ci danno conto, momento per momento, di una moltitudine di disgrazie, reali. Non mi va di immaginarne altre.
- Quel che vorrei essere? Esattamente quello che
sono.
- Il paese in cui vorrei vivere? Mi basta la casa a Maiori.
- Il colore preferito? Arancione, il mio colore da sempre.
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Maya e Lilli |
- L’animale preferito? Ovvio, i miei cani, Lilli e
Maya (senza dimenticare Bouchon e
Sherry, che non ci sono più).
- Autore preferito in prosa? Ho amato molto, da ragazzo,
e amo ancora, Chateaubriand. Mi sono formato con lui.
- Poeti? Alfonso Gatto. Lo amo come poeta e come uomo: buono, sensibile, generoso, paziente. Lo incontrai, la prima volta, il 9 ottobre 1966 nella sala interna del Gran Caffè ad Amalfi. Fu l'avvocato Alfonso Iovane, che era stato suo compagno di scuola, a presentarmi a lui. In un'altra occasione, sempre l'avvocato Iovane, gli disse che scrivevo poesie e gli chiese se potevo portargliele a leggere per avere un suo giudizio. Gatto m'invitò ad andare a Conca dei Marini, dove stava trascorrendo la vacanza in una casa messagli a disposizione dal parroco di san Pancrazio don Antonio Acampora. Ci andai nel pomeriggio del 7 agosto 1967. Si prese cura, pazientemente, di scorrere tutti i fogli dattiloscritti, raccolti in una cartella, e di darmi - di volta in volta il suo giudizio sulle "cose" da me scritte: "questa sì, questa no". Fu quell'incontro che mi spinse a dare alle stampe la breve raccolta che chiamai "Acquamorta".
- Il libro preferito? "Atala" di Chateaubriand, che
da ragazzo mi faceva commuovere.
- Eroi e eroine della finzione? Non sono attratto da eroi
ed eroine. Ammiro la gente comune, ne apprezzo i sacrifici.
- Pittore preferito? Van Gogh.
- Il film cult? Tutti i film di Totò.
- La canzone che fischio più
spesso sotto la doccia? Non fischio, canticchio:
"Suspiranno".
- La bibita preferita? Acqua e limone.
- Il piatto preferito? Farro e fagioli.
- Se dovessi cambiare qualcosa
nel mio fisico, che cosa cambierei? Nulla. Se cambiassi qualcosa non sarei più quel che sono.
- Il mio eroe e la mia eroina
nella vita reale? Non ci sono eroi nel mio immaginario.
- Quel che detesto di più? L’arroganza e la menzogna.
- Il dono di natura che vorrei
avere? L'attitudine
alla musica.
- Come vorrei morire? Lucido, cosciente.
- Stato d’animo attuale? Tranquillo, vivo alla giornata. Vicino, ormai, agli ottant'anni - lucido e in condizioni fisiche discrete - non ho proprio motivo di lamentarmi.
- Le colpe che mi ispirano
maggiore indulgenza? Quelle che non recano sofferenza al prossimo.
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