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Tanti anni fa, ad Amalfi: Enzo (a destra) e io, con Edwige Fenech e Luca Cordero di Montezemolo |
Negli ultimi tempi non ci sentivamo con molta frequenza, sapevo dei suoi problemi e non volevo affaticarlo, ma confrontavamo le nostre posizioni su Facebook attraverso post e commenti.
Accennavo prima all'amore infinito di Enzo per Amalfi. Aggiungo che neppure la
malattia è riuscita a scalfirlo.

Ma non si esaurisce in questo la personalità
complessa, poliedrica, scoppiettante mi verrebbe da dire, di Enzo Colavolpe. Ritengo che, se avesse fatto
l’ideatore e organizzatore di eventi - una professione diventata di moda -, anziché il funzionario di banca (con un
curriculum di tutto rispetto), avrebbe raggiunto la celebrità.
Sarebbe arrivato in Tv (dove pure qualche irruzione l'ha fatta:
memorabili i suoi commenti alle Regate delle antiche Repubbliche Marinare),
aiutato da uno scilinguagnolo dotto e elegante. Era quello che gli piaceva di più, che più di ogni altra cosa lo rendeva felice. Lo dimostrano, del resto, certe
sue “invenzioni” volte a richiamare l'interesse dei media e dei flussi
turistici verso la sua/nostra città: dalla “Sposa di Amalfi” alla “Stella di
Tabor”, tanto per citare alcune. Manifestazioni create da lui, organizzate da
lui, condotte da lui.
Vado a braccio, facendo leva sulla memoria. Enzo pubblicò nel 1984 un bel volume di poesie, "Momenti d'ansia Momenti d'amore", e, nel 2008, "I racconti del tempo". Nella seconda metà degli anni ottanta fondò e diresse "Il Corriere di Amalfi", un periodico che aveva una preziosa veste grafica e si avvaleva di prestigiose collaborazioni.
Un altro impegno portato felicemente a termine, con
la caparbietà che lo caratterizzava, “La
forza dell’unità”: un volume di oltre quattrocento pagine, riccamente
illustrato, edito in occasione del 150° anniversario dell’unità d’Italia. “La
storia – scriveva Enzo nella nota introduttiva – va necessariamente commisurata alla vita di
ciascuno e di concerto con la comunità in cui egli vive ed opera”. Premessa
fondamentale, a mio avviso, per comprendere il perché di questa improba fatica,
che gli ha imposto un meticoloso lavoro di ricerca delle fonti documentarie
ma anche, e soprattutto, di testimonianze “vive”, indirizzate a ricostruire le fasi
fondamentali della nostra storia, dalle Repubbliche Marinare fino alla Unione europea. "Libro vibrante di passione civile" lo
definisce, nella prefazione, Piero Craveri. Già, perché la storia è fatta sì di
episodi, di avvenimenti, ma soprattutto di uomini: uomini importanti e gente comune. Protagonisti de “La
forza dell’unità”, infatti, non sono solo i Borbone e i Savoia, Garibaldi,
Cavour. Ce ne sono altri, donne e uomini normali, con le loro vicende personali
e con il loro lavoro, che pure hanno contribuito intensamente alla crescita
dell’Italia.
Addio, Enzo! Con l'amicizia e l'affetto di sempre.
Sigismondo Nastri