Convegno, questo pomeriggio (sabato 20 settembre) a
Ravello, Villa Rufolo - promosso dal Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali, nell'ambito del Forum delle Culture -, su un tema che ci è particolarmente caro: "Il
contributo di Ravello e della Costa d'Amalfi", ovvio, all'incontro tra popoli e culture diverse. Un incontro che ha segnato la storia, l'arte, la tradizione del territorio.
"Il Mediterraneo - viene sottolineato - è un 'mare tra le terre' ed è stato da sempre
non solo attraversato da flussi commerciali intensi, è stata anche una
straordinaria area di scambi culturali. I ruderi romani lungo le sue coste
orientali e meridionali, i palazzi, i giardini e i sistemi di irrigazione, la
cultura materiale, in particolare con le ceramiche, che punteggiano l’Italia e
la Spagna meridionali sono documento materiale delle alterne dominanze
politiche, ma del flusso di conoscenze (astronomia, matematica, medicina,
idraulica, agricoltura) con cui l’Islam ha nutrito la cristianità nei secoli a
cavallo del primo millennio e di cui si sta perdendo la memoria. La Costiera Amalfitana conserva segni
preziosi e precisi della cultura islamica. Riconoscerli e riflettere su come
muovere dalla loro valorizzazione per riattivare il dialogo interculturale e
fare di tale dialogo uno strumento di sviluppo e di pace si inserisce
perfettamente nel programma del Forum delle Culture, fortemente marcato dalla
interculturalità e focalizzato sui siti UNESCO".
Il convegno "intende mettere in evidenza la
natura, l’evoluzione e le prospettive dello scambio culturale tra la Costa
d’Amalfi, la Campania ed i paesi mediterranei ed affrontare i temi del
Patrimonio Culturale, con particolare riguardo agli aspetti della
conservazione, della gestione e dell'utilizzo dei Siti Patrimonio Universale
dell'Unesco delle due sponde del Mediterraneo, ponendo a confronto diverse
esperienze. Tale problematica, al di là della sua certa valenza scientifica,
presenta anche un sicuro ed attuale interesse politico in ragione delle
situazioni determinate dagli esiti drammatici della cosiddetta "primavera
araba" in termini di distruzione e di degrado del Patrimonio, conseguente
impoverimento/abbandono delle fonti di sviluppo (turismo - emigrazione),
accentuazione e radicalizzazione delle "diversità culturali" cui solo
una forte azione sul piano culturale può fornire una risposta che non sia
bellica.
Oltre ed al di là delle situazioni contingenti determinate
dalle distruzioni legate a tali eventi, é necessario anche porre
l'interrogativo sul modo di gestione del patrimonio culturale nel Mediterraneo.
Il ruolo dei Governi e le strategie adottate appaiono deboli ed inadatte di
fronte ai danni derivanti dalla perdita delle identità culturali che il
Patrimonio rappresenta. E parimenti di effetto insufficiente rischiano di
essere i dispositivi e gli sforzi dispiegati dagli Organismi Internazionali
quali l'UNESCO, l'U.E., l'ICOMOS, l'ICCROM confrontati a situazioni che hanno
concreti connotati distruttivi ben oltre i problemi relativi alla Conservazione
del
Patrimonio.
I dati geopolitici in tumultuoso cambiamento e la
necessità di strategie culturali adeguate devono rappresentare elementi
strettamente connessi per evitare l'indebolimento, se non addirittura la
perdita, dei valori culturali identitari sui quali il Mediterraneo ha
sviluppato nei secoli le sue civiltà. L'Interculturalità è il disegno animatore
del Forum delle Culture e le discussioni sulla salvaguardia del Patrimonio
culturale Mediterraneo, che il Centro di Ravello ha posto come obiettivo di
questo incontro, ne rappresentano una delle principali linee guida."
Questo il programma dei lavori.
- Ore 17.00 - Indirizzi di saluto: Paolo
Vuilleumier, sindaco di Ravello; Alfonso Andria, presidente del Centro
Universitario Europeo per i Beni Culturali: Secondo Amalfitano, segretario
generale della Fondazione Ravello; Aurelio Tommasetti, rettore dell'Università
degli Studi di Salerno; Caterina Miraglia, assessore alla Promozione Culturale
della Regione Campania.
Interventi: Francesco Caruso, ambasciatore, v.
presidente ICOMOS Italia, membro del Comitato Esecutivo ICOMOS Internazionale;
Maurizio Di Stefano, presidente ICOMOS Italia; Gihane Zaki, Direttrice dell’Accademia
Egiziana di Roma; Stefano De Caro, direttore ICCROM; Ray Bondin, ex ambasciatore di Malta presso UNESCO e presidente onorario del Comitato
Internazionale per le Città e Villaggi Storici ICOMOS; Mauro Menichetti, direttore del Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale, Università degli
Studi di Salerno; Marie Paule Roudil, responsabile della rappresentanza UNESCO presso
l'Unione Europea.
Conclusioni: Stefano Caldoro, presidente della Regione
Campania
Modera: Alfonso Di Leva, responsabile ANSA
Campania.
Nessun commento:
Posta un commento