l'on. Francesco Amodio (Dc) |
Il 4 ottobre prossimo ricorrerà il centesimo anniversario della nascita di Francesco Amodio, che è stato sindaco di Amalfi per lunghissimi anni e, per quattro legislature, deputato al Parlamento, eletto nella lista della Democrazia cristiana. In prossimità di questa data, nei giorni scorsi, su Facebook, ho lanciato un appello ai sindaci della Costiera. Lo ripropongo qui:
«Mi
rivolgo, in particolare, ad Alfonso Del Pizzo, primo cittadino, e
all'amministrazione comunale di Amalfi (maggioranza e minoranza), ma anche a
tutti gli altri sindaci della Costiera. In particolare, al presidente della
Conferenza dei sindaci, l'amico Antonio Della Pietra. Il 4 ottobre
prossimo, quindi tra poco più di un mese, ricorre il centenario della nascita di
Francesco Amodio che è stato per decenni sindaco di Amalfi e, per quattro
legislature, deputato al Parlamento. Penso che qualcosa occorra fare per
ricordarlo - una commemorazione pubblica, un convegno di studi -, nonostante il
poco tempo a disposizione.
So che il nostro territorio ha memoria corta, ma un po' di riconoscenza dovrebbe dimostrarla!».
So che il nostro territorio ha memoria corta, ma un po' di riconoscenza dovrebbe dimostrarla!».
Fino ad ora ho avuto solo la disponibilità di Mario Piscopo, consigliere delegato per la Cultura del Comune di Maiori. «Sono
pronto ad organizzare subito qualcosa d'importante - ha scritto in un commento -, tanto più che Maiori vanta
una Biblioteca Comunale costituita per la maggior parte da libri derivanti dal
suo 'fondo' grazie alla compianta signorina Nina...».
Sigismondo Nastri e Francesco Amodio con Aldo Moro |
Mi piacerebbe che la partecipazione all'evento fosse corale, al di là di ogni problema di "campanile" e di divisione politica. Perché Amodio fu, innanzitutto, durante tutto il suo percorso amministrativo e parlamentare, elemento di coesione territoriale. E' chiaro che i giovani, che non lo hanno conosciuto, ne sanno poco.
Il mio ricordo personale, per il fatto che sono stato suo stretto collaboratore, può essere ritenuto di parte. Perciò me ne astengo. Ma pubblico qui la testimonianza, particolarmente significativa, che mi fu consegnata il 12 aprile 2003 da un autorevole esponente del Partito comunista, l'onorevole Tommaso Biamonte, che di Amodio fu oppositore tenace e poi successore alla carica di sindaco di Amalfi. Un documento, manoscritto, tenuto riservato fino a oggi, che rende giustizia al politico amalfitano e, contemporaneamente, fa onore al suo antagonista, al quale pure va il mio memore grato pensiero.
Lettera di Tommaso
Biamonte a Sigismondo Nastri in data 12 aprile 2003
«Ben
volentieri mi onoro ricordare Francesco Amodio a distanza di 10 anni dalla
morte.
Conobbi
l’avvocato Amodio nel lontano 1958 nel pieno di una campagna elettorale
difficile, aspra soprattutto tra la DC e il PCI. Allora come oggi ero impegnato
in politica con la sinistra e, in quel tempo, con il PCI.
Nel corso
della dura campagna elettorale la sezione PCI di Amalfi mi volle per un comizio
in piazza Duomo. I miei compagni, lo ricordo ancora con piacere, mi
raccomandarono: parla di politica, attacca la DC, polemizza con i candidati dei
vari partiti ma abbi molto rispetto per “don” Ciccio Amodio perché è un
galantuomo.
Naturalmente
non accolsi in pieno le sollecitazioni ma limitai le considerazioni su “don
Ciccio” candidato di Amalfi dove il PCI era poco rappresentato e i voti furono
pochi.
Qualche
minuto dopo il comizio incontrai il candidato Amodio nel “Gran Caffè”. Mi
volle offrire il caffè e mi ringraziò per il contributo che avevo dato alla
campagna elettorale.
Dopo le
elezioni, Deputato eletto al Parlamento, lo rincontrai a Salerno in una
traversa di Corso Garibaldi, traversa Grillo, dove l’onorevole aveva una
modesta segreteria. Riceveva dieci di persone, sempre disponibile e, nei limiti
del possibile, si occupava dei tanti problemi che gli venivano esposti.
Ricordo i
miei attacchi contro Amodio. Non capivo l’importanza dell’assistenza onesta e
corretta per i modesti lavoratori che in quel tempo non trovavano negli Enti
risposte vere e tempestive.
Con
l’onorevole mi ritrovai a Penta per un comizio nel corso del quale lo avevo
severamente criticato per la politica “clientelare” che aveva elevato “a
sistema”. Amodio dal palco considerò “stimoli” le mie critiche.
A distanza di
tempo ebbi la prova che Amodio non era corretto gentile e signore solo nei modi
ma capiva chi aveva bisogno e aiutava senza apparire. E, a proposito, un
ricordo a prova di quanto ho affermato.
Un giovane
(preferisco non fare il nome) comunista di un paese del Cilento doveva
raggiungere Sondalo per curare la tubercolosi. Non aveva i soldi per acquistare
il costoso biglietto ferroviario. L’onorevole non conosceva il giovane per il
quale acquistò il biglietto che, in busta, gli fece pervenire a casa. Il
giovane non seppe mai la provenienza.
l'on. Tommaso Biamonte (Pci) |
A
Montecitorio, anche io Deputato PCI, ebbi con Amodio un rapporto affettuoso
anche se fermo e rispettoso del nostro mandato popolare.
Alla Camera
il Deputato Amodio era presente e impegnato soprattutto in materia di turismo,
trasporti, lavoro.
In Amalfi ci
ritrovammo dirimpettai in campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio
Comunale. La battaglia era dura e sostenuta con qualche considerazione di
troppo. Neanche in questa occasione Amodio ebbe asprezza per me che di Amalfi
ero il comunista forestiero. Diventai Sindaco di Amalfi. Amodio purtroppo per
Amalfi non accettò la sconfitta e disertò il consiglio comunale nel quale era
stato eletto. Alcuni consiglieri comunali ne chiesero, per legge, la decadenza.
Lo difesi con tutte le mie forze anche se non ero in sintonia con la
maggioranza che mi sosteneva. Ottenni la votazione di un ordine del giorno di
stima e di invito ad Amodio di dare il suo contributo al consiglio comunale.
Non venne mai più in consiglio.
Sono questi
alcuni dei miei ricordi dell’on. Amodio che ha fatto la storia politica della
nostra Provincia e in modo particolare di Amalfi. Nessuna meraviglia se gli
Amministratori di Amalfi non hanno doverosamente ricordato l’on. Amodio. Così
va il mondo…».
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