mercoledì 6 agosto 2014

MAIORI, VENERDI' 8 AGOSTO RIAPRE AL CULTO LA CHIESA DI SAN DOMENICO, CHE FU DANNEGGIATA DAL TERREMOTO DEL 1980



A Maiori, la Chiesa di San Domenico – dedicata alla Madonna del Rosario, ma così chiamata perché appartenuta all’Ordine domenicano – è rimasta chiusa, per i danni subiti in quel terribile evento, dalla sera del 23 novembre 1980, quando, poco dopo le 19.30,  un violento terremoto sconvolse buona parte della Campania e della Basilicata. Vi aveva celebrato messa, alle ore diciotto, il parroco di Conca dei Marini don Antonio Acampora. Io c’ero. Il tempo di tornare a casa e, all’improvviso, tutto cominciò a tremare paurosamente.
Ci son voluti trentaquattro anni per renderla nuovamente agibile. E c’è voluta, soprattutto, la volontà tenace del parroco di Maiori, don Vincenzo Taiani, che, coadiuvato dal fratello ing. Antonio, è riuscito a superare tutte le difficoltà - burocratiche, tecniche, e quelle (non secondarie) di carattere economico, grazie anche all’apporto della cittadinanza - portando, finalmente, a compimento i lavori di ristrutturazione, che l’hanno restituita all’antico splendore. 
"E’ con molta emozione – ha dichiarato don Vincenzo - che restituiamo ai cittadini maioresi questo gioiello di famiglia che vanta una storia particolare ed è testimone monumentale di eventi di un passato abbastanza recente, che necessitava di interventi di notevole rilievo, non solo economico".

Venerdì 8 agosto, alle ore 18.30, la chiesa sarà ufficialmente riaperta al culto con una solenne concelebrazione che vedrà, intorno all’altare, con l’arcivescovo di Amalfi-Cava de’ Tirreni mons. Orazio Soricellimons. Vincenzo Apicella, vescovo di Velletri-Segni (originario di Maiori),  i parroci di Maiori don Vincenzo Taiani, don Nicola Mammato, don Gennaro Giordano. La cerimonia avrà inizio con la processione dell’effige della Madonna del Rosario che, partendo dalla Collegiata di santa Maria a Mare, attraverserà l’intero corso Reginna.

La Chiesa di San Domenico, con l’attiguo convento, ora abbandonato, risale alla seconda metà del XVII secolo. Le cronache riferiscono che fu costruita per volontà del patrizio maiorese Leonardo Russo, miracolosamente salvatosi dalla epidemia di peste del 1656, nella quale morirono la moglie,  Angela Mostaccioli, e i figli. Il nobiluomo donò parte dei suoi beni all'Ordine di San Domenico perché fondasse a Maiori un convento con il nome del S. Rosario.

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