“Agerola sui sentieri degli Dei” propone per domani e dopodomani due
interessanti appuntamenti - tra i tanti, tutti i buon livello - che stanno
caratterizzando il periodo estivo ad Agerola, e mi piace segnalarli.
Domani,
lunedì 25 agosto, alle ore 21.00, presso il Centro
polifunzionale “Mons. Andrea Gallo” di Campora, Claudia Campagnola e Mariella
Fenoglio ricorderanno il genocidio in Ruanda vent’anni dopo. “Ti
seguirò oltre mille colline” è la storia di Jeanne, giovane adolescente
di etnia tutsi sopravvissuta al massacro causato dalla guerra civile ruandese. L'infanzia
felice e protetta della piccola Jeanne viene sconvolta tragicamente quando
compie otto anni. Improvvisamente essere tutsi diventa una condanna. Allo
scoppio della guerra civile tra le due etnie ruandesi, uno dopo l'altro tutti i
famigliari di Jeanne - madre, padre, sorella, fratello, zia, nonna - vengono
massacrati dagli estremisti hutu a colpi di ascia e machete. Jeanne riesce
miracolosamente a salvarsi perché una donna hutu si offre di farla passare per
sua figlia, ma per molto tempo resterà sconvolta e profondamente ferita nello
spirito. Sarà l'incontro con una vecchia compagna di scuola a restituirle la
voglia di vivere e a farle trovare la forza di mettersi in contatto con una zia
che vive da anni in Europa. “Ti seguirò
oltre mille colline” prende spunto dall’omonimo libro, scritto dalla madre
adottiva di Jeanne, Hanna Jansen, che racconta questa terribile esperienza e in
che modo ha costruito il rapporto con la giovane, per condividerne i ricordi e
aiutarla ad affrontare un dolore immenso. È una storia che scuote profondamente
il lettore, ma che permette anche di provare meraviglia per il miracolo che ha
protetto la vita di questa ragazza.
Martedì,
26 agosto, ore 21.00, a Bomerano, palazzo Acampora, Ernesto Mahieux sarà un uxoricida in “La condanna”, regia di Susy Mennella, spettacolo in un unico
atto che affronta un argomento attuale e delicato come quello della violenza
sulle donne, tema molto caro al festival Agerola sui sentieri degli dei. Ernesto,
trent’anni, uccide sua moglie Marta, attrice in carriera. Ventisei anni la
vittima, ventisei le coltellate inflitte alla giovane donna. Lo spettacolo si
divide in due momenti: l’omicidio e il processo. Si passerà dunque
dall’abitazione del delitto ad un’aula di tribunale, dove Ernesto metterà a
nudo le motivazioni che l'hanno condotto a questo gesto estremo. Presente al
processo Marta, nelle vesti di anima "invisibile" sotto gli occhi dei
presenti. La vicenda si conclude con un’insolita condanna.
Nessun commento:
Posta un commento