Torno, con
qualche riflessione, su “Ibridi fogli”, la mostra di libri d’artista a cura di
Antonio Baglivo e Vito Pinto, che si chiuderà tra qualche giorno (il 29 giugno)
presso la Pinacoteca Provinciale di Salerno. La prima domanda che mi pongo è:
cos’è un libro d’artista? La risposta che trovo è questa: “un manufatto
librario seguito direttamente dall’artista in ogni sua fase ed elemento, dalla
progettazione alla realizzazione materiale". Un’opera d’arte, insomma, in forma
di libro. Ecco la tipicità di questa esposizione e, insieme, l’importanza della
collezione messa insieme da Antonio Baglivo. Basti elencare gli autori
presenti: Augusto Ambrosone, Fernando Andolcetti, Salvatore Anelli, Enzo
Angiuoni, Davide Argnani, lo stesso Baglivo, Calogero Barba, Vittore Baroni,
Romeo Basso, Giuliana Bellini, Lancillotto Bellini, Luisa Bergamini, Carla
Bertola, Anna Bertoldo, Gaetano Bevilacqua, Giovanni Bonanno, Cosimo Budetta,
Rosaspina B. Canosburi, Giovanni Canton, Enrica Capone, Lamberto Caravita,
Beatriz Cardenas, Ludovico Carrino, Francesca Cataldi, Carlo Catuogno,
Gianfranco Cavaliere, Lorenzo Cleffi, Ignazio Collina, Augusto Concato, Bruno
Conte, Angelo D’Amato, Olga Danelone, Matteo De Chiara, Antonio De Marchi
Gherini, Giulio De Mitri, Albina Dealessi, Alfio Di Bella, Giuseppe Di Lorenzo,
Maria Teresa Di Nardo, Antonio Di Rosa, Marcello Diotallevi, Gillo Dorfles,
Giuseppe Facchinello, Gaetano Falcone, Vito Falcone, Pietro Falivena, Mariapia
Fanna Roncoroni, Vittorio Fava, Fernanda Fedi, Bartolomé Ferrando, Rosalia
Ferreri, Gio Ferri, Edoardo Ferrigno, Nello Ferrigno, Alfonso Filieri, Franco
Flaccavento, Kiki Franceschi, Mario Francese, Nicola Frangione, Gilio Frigerio,
Remo Giatti, Loredana Gigliotti, Gino Gini, Gianni Grattacaso, Elisabetta Gut,
Edoardo Iaccheo, Iginio Iurilli, Antonio Izzo, Rudolf Keimel, Generoso La Sala,
Pino Latronico, Angelo Lazzano, Salvatore Lembo, Alfonso Lentini, Silvia
Lepore, Osvaldo Liguori, Oronzo Liuzzi, Franco Loi, Nadia Lolletti, Andrea
Longega, Carmine Lubrano, Mario Lunetta, Ruggero Maggi, Anna Magistro, Alfonso
Malinconico, Antonella Mammarella, Tea Marciano, Lucia Marcucci, Francesca Matteoni,
Rosario Mazzeo, Silvio Micciariello, Mauro Molinari, Jacopo Naddeo, Marcello
Napoli, Gerardo Nigro, Angelo Noci, Luigi paglia, Concetta Palmitesta, Adriano
Paolelli, Gaetano Paraggio, Mario Patronelli, Giancarlo Pavanello, Aulo
Pedicini, Sandro Pellarin, Salvatore Pepe, Giordano Perelli, Pio Peruzzini,
Marisa Pezzoli, Antonio Picardi, Lamberto Pignotti, Tarcisio Pingitore, Paola
Pinna, Vito Pinto, Natale Platania, Teresa Pollidori, Nadia Presotto, Antonella
Prota Giurleo, Antonio Pujia Veneziano, Alfonso Raiola, Alfredo Raiola, Marco
Raiola, S. Flavio Raiola, Mario Ranieri, Anna Chiara rella, Giuseppina Riggi,
Gianni Rossi, Renato Sclaunich, Franco Sortini, Rosa Spina, Renata &
Giovanni Strada, Cristina Tafuri, Nello Teodori, Ernesto Terlizzi, Roberto Testori,
Elisa Traverso, Ilia Tufano, Marco Vecchio, Sergio Vecchio, Albeto Vitacchio,
Rita Vitali Rosati.
Se il libro d’artista,
come ho avuto modo di leggere, è nato nella prima metà del novecento, col
movimento futurista, esso ha avuto uno dei realizzatori più famosi in Henri Matisse con “Jazz”,
che il grande maestro disegnò e costruì da solo. Altro esempio, che è un punto
saldo nella storia del libro d’artista, è “Twentysix Gasoline Stations” dell’americano
Ed Rusha, del 1963, del quale è stato venduto un esemplare a un'asta di
Christie's a un prezzo molto alto.
A me piacciono
tanto quelli di Ogopogo, la sigla editoriale di Cosimo Budetta. E non solo perché
gli sono amico. Sono libretti di piccolo formato, da tenere in tasta o in
borsa, di pochissime pagine, su bel cartoncino, dove una, due, tre poesie sono
affiancate da un disegno originale suo (o magari di altro artista: come Gillo
Dorfles, ad esempio).
Se per Budetta
il libro d’artista rappresenta una branca della sua attività (è pittore e
ceramista di raffinata sensibilità), ci sono altri amici (mi limito a citare
quelli che frequentano la bottega di Adriano Paolelli, dove sono solito
trattenermi nelle mie passeggiate del mattino) che vi si sono cimentati proprio
per questa mostra: Paolelli stesso, con deliziosi acquerelli, Lorenzo Cleffi,
Pietro Falivena e Ludovico Carrino, che fa largo impiego del collage per
realizzare interessanti copertine.
Da segnalare
anche Gaetano Bevilacqua, fondatore della casa editrice dell’Ombra, per la
quale produce i suoi libri d’artista. Libri che – come egli stesso sottolinea –
sono a tiratura limitata e devono
conservare “gli effetti di un lavoro interamente manuale, dal taglio della
carta alla stampa su torchi a mano, alla piegatura dei fogli e cucitura finali;
uno spazio ove testo, immagine, pressioni, inchiostri, caratteri tipografici,
spessori e goffratura delle carte si sintetizzano, in uno scambio continuo di
rimandi, in un luogo 'altro', in una esperienza in cui tatto, vista,
odorato siano stimolati."
Lo stesso
Antonio Baglivo, che alla mostra ha prestato la sua collezione, è autore di libri d’artista.
Libri-oggetto realizzati in vari materiali: legno, acciaio, cartone e piombo.
Libri in copia unica o in edizioni limitatissime, che diventano vere e proprie
sculture e assumono un incredibile numero di forme grazie alla sua fantasia ed alla
sua inventiva.
C’è ancora
qualche giorno di tempo per visitare l'esposizione. Ne vale la pena.
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