"Non è mai troppo tardi. Corso di istruzione popolare per il recupero
dell'adulto analfabeta": era questo il titolo di un programma televisivo, trasmesso negli anni sessanta. Lo curava il maestro Alberto Manzi, al quale la Rai, di recente, ha dedicato una fiction.
"Non è mai troppo tardi", dicevo. Vale per me, quasi ottuagenario, e per tanti colleghi, obbligati dalla legge n. 148 del 2011 a partecipare a corsi di deontologia per conservare l'iscrizione all'Ordine dei giornalisti.
Primo appuntamento, l'8 aprile, a Salerno, presso il Museo dello sbarco.
"Et nunc [...] erudimini" (E adesso imparate). Proprio come ammonisce il salmo (12, 10).
Il termine "deontologia", risalente al filosofo e giurista inglese Jeremy Bentham, deriva dal participio greco τὸ δέον: "ciò che deve essere, che si deve fare". Ma, in sostanza - mi chiedo -, che cos'è la deontologia? Trovo la risposta più immediata nel Corpus Iuris Canonici (1, Caus. XVI): "Clericus clericum non decimat" (Il prete non prende decime dal prete). Più chiaro di così!
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