Questa l’ho letta, fresca fresca, su internet. Kevin
McAlinden, un elettricista ventottenne di Glasgow, padre di due figli, da poco
separato dalla sua compagna, mentre rientra a casa, dopo una giornata di
lavoro, viene abbordato da una giovane e avvenente donna, una di quelle che ti
fanno venir meno il respiro. L’episodio lo ha raccontato lui stesso al Daily
Mail: «Quale uomo non direbbe
“wow”, quando una bella donna ti si avvicina col furgone e ti chiede:
“Sei single? Che farai stanotte?”. Ho pensato “È incredibile”. Stavo passando
un periodo difficile nella mia vita personale, così quella sembrava una sorta
di pausa fortunata. Avrei dovuto saperlo che era troppo bello per essere vero.»
«Quando
ha tirato giù il finestrino del furgone – ha aggiunto Kevin -, le ho chiesto:
“Qual è il problema? Ti sei persa?” e lei ha detto che aveva bisogno di
indicazioni stradali. Era una notte fredda e si è offerta di darmi un passaggio
a casa. Ho accettato. Mi ha riferito che il suo nome era Laura e la sua
famiglia aveva un negozio di mobili a Londra. Si trovava a Glasgow per comprare
alcuni pezzi.»
Kevin ignorava che quella donna ammaliatrice era l’attrice
statunitense Scarlett Johansson, impegnata a girare, con una telecamera
nascosta, alcune scene del film “Under the skin”. Lo ha saputo dopo, da un uomo dello staff, quando
è stato scaricato dal furgone davanti alla porta di casa. E, come è facile intuire, c’è rimasto
male.
Alida Valli, in "Senso" |
Anche a me, una volta, ad Amalfi, capitò di compiere
il percorso dalla piazza del Duomo all’hotel Cappuccini insieme con una diva
del cinema, l'affascinante Alida Valli, nel momento in cui cavalcava l’onda del
successo come straordinaria protagonista di “Senso”, il capolavoro di Luchino
Visconti. Era stata lei a chiedermi di accompagnarla, dopo che l'avevo avvicinata per porle qualche domanda, da cronista curioso qual ero, sul film e sulla sua attività artistica. Incrociando lo sguardo di
amici e conoscenti, ovviamente, mi pavoneggiavo. Mi sembrava di toccare il
cielo... Arrivati lì, all'ingresso dell'ascensore, mi porse la mano e mi
congedò così, con un sorriso: «Sei
stato molto gentile. Grazie, arrivederci».
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