Siamo
un gregge, non un popolo. Come agnellini intruppati al comando di un padrone. In
attesa di essere scannati a Pasqua.
Avviene già da prima dell'unità d'Italia. Se è vero che bastarono "mille" (si fa per dire) piemontesi a conquistarci....
Avviene già da prima dell'unità d'Italia. Se è vero che bastarono "mille" (si fa per dire) piemontesi a conquistarci....
Eravamo
borbonici, ci facemmo sedurre dal savoiardo piemontese (noi, abituati a
sfogliatelle e susamielli).
Poi ci mettemmo al seguito di un manipolo di camicie
nere e diventammo fascisti. Mussoliniani, fino a quando il duce non lo
appendemmo per i piedi a piazzale Loreto. E ci scoprimmo tutti antifascisti.
Avevamo iniziato una guerra a fianco dei tedeschi e la finimmo contro di loro...
Da fedeli sudditi monarchici ci trasformammo in repubblicani.
Osannammo il
Bianco fiore, irrorato d'acqua santa, e lo buttammo nella monnezza; ci facemmo
conquistare (specialmente le donne...) dal fascino di un principe azzurro a
cavallo e lo abbiamo malamente disarcionato (attenzione, però, che sta cercando
di tornare in groppa!).
Ora è la volta d'un candido giglio fiorentino, fiorito
all'improvviso, che ha bisogno d'essere annaffiato per resistere. Eppure
scommetto: prima o poi sarà lasciato all'asciutto e seccherà. In un campo
inquinato, intossicato come il nostro chissà che altro potrà
sbocciare...
Cosa volete: siamo fatti così...
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