Nonostante l'aumento del costo della
vita, l'atmosfera del Natale ormai si respira a pieni polmoni. Natale è Natale: rappresentato, sì, dal presepe, dall'albero, dal
suono delle zampogne, dalle strade illuminate. E mi fermo qui: i botti, no,
quelli non li considero elementi della festa e spero che vengano messi
definitivamente (e per davvero) al bando. Gli spari richiamano le guerre,
le tante violenze sparse qua e là nel mondo. Ma Natale, al di là di quello che
rappresenta per noi cristiani, significa soprattutto ricomporre i nuclei
familiari, ritrovarsi insieme (cosa che avviene raramente al giorno d'oggi!)
intorno a una tavola apparecchiata. Benedetto, perciò, sia il
Natale anche come elemento di aggregazione in questa società disgregata,
dominata dall'individualismo e dall'egoismo.
Mi vengono chiesti, come mi capita ogni anno, suggerimenti sui
menu della vigilia e della festa. Menu, ovviamente, ispirati alla
tradizione, non quelli imposti dal consumismo. Ripropongo le indicazioni già date in questo mio spazio il 19 dicembre 2007. Repetita iuvant, dicevano gli antichi romani. Ognuno
ne faccia l’uso che crede.
Achille Talarico, il medico
gastronomo salernitano, ricorda che una volta “la prima grande ricorrenza,
quella più cara ai ragazzi, era il Natale, che si preannunciava, in casa e
fuori, con grandi preparativi, riguardanti specialmente la confezione dei dolci
e degli altri cibi rituali”: zeppole, struffoli, croccante di nocciole,
calzoncini con cioccolato e crema di castagne. Che venivano pure scambiati tra
parenti e amici, “sotto forma di guantiere e cartocci”. Oggi si va a comprare tutto dal pasticciere.
Una volta – nota Talarico - , dai dolcieri si compravano solo “dolci di pasta
reale (di mandorle), mostacciuoli, ‘susamielli’, roccocò e altro, quasi tutti
soppiantati, ormai, dall’invadente panettone”. E dall'altrettanto
banale pandoro. O tempora, o mores!
Menu della vigilia
- Vermicelli con la colatura (cruda o cotta,
fate voi. Ho già avuto modo di trattare a fondo l'argomento). Era, almeno da
noi, il piatto della vigilia. In alternativa, non mi dispiace di proporre degli
spaghetti aglio e olio, con l'aggiunta di una manciata di pinoli e di gherigli
di noci tagliuzzati
- Broccolone
lesso (il broccolo di Natale, per intenderci), condito con olio extravergine
d’oliva e succo di limone
- Pizzelle di
baccalà (un classico), oppure baccalà a
fette, infarinato e fritto
- Capitone
fritto, in scapece (c’è chi non riesce a farne a meno; a me non piace)
- Pesce
(dentici, saraghi, marmi, oppure fette di pesce spada, ecc., che in questi
giorni hanno prezzi elevati), al forno. L'astice e l'aragosta lasciamoli a chi
se li può permettere. Anche un polipo bollito e condito con del buon olio
extravergine e una spruzzata di limone può andar bene
- L’immancabile
insalata di rinforzo, preparata con cavolfiore lessato al dente, tagliato a
cimette e guarnito con pupacchielle a listarelle, filetti di acciughe, olive
nere e verdi, scarola riccia, qualche cappero, il tutto condito con olio
extravergine d’oliva e aceto
- Frutta fresca
di stagione e frutta secca (noci, mandorle, nocciole, le irresistibili castagne
del prete di Montella, e poi i fichi del Cilento e quelli calabresi di
Colavolpe)
- Zeppole,
struffoli, calzoncelli dolci, susamielli, mostacciuoli e roccocò.
Menu di Natale
- Antipasto con prosciutto, capicollo, soppressata, caciocavallo di Agerola
- Menesta
'mmaretata (che è una bomba nello stomaco). Eventualmente si può sostituire con
una altrettanto ottima cicoria in brodo di cappone
- Cannelloni
(la tradizione, ripresa in un racconto da Gaetano Afeltra, vuole che siano
stati inventati ad Amalfi). In alternativa, lasagna (confesso una mia
debolezza: amo gli schiaffoni col ragù)
- Cappone
bollito e passato arrosto con contorni vari (patate, piselli, insalata)
- Salsiccia
alla brace con i friarielli (broccoli di rape scuppettiati)
- Frutta fresca
di stagione e secca (ved. menu della vigilia)
- Zeppole,
struffoli, calzoncelli dolci, susamielli, mostacciuoli e roccocò.
© MondoSigi
P.S. Mentre
scrivo queste note, penso ai tanti per i quali il Natale rimane un giorno come
tutti gli altri. Rivolgo, perciò, un appello alla solidarietà.
Sconfiggiamo l'indifferenza!
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