Sabato 7 dicembre, alle ore 19,00, la Galleria "Il
Catalogo" di Lelio Schiavone e Antonio Adiletta, a Salerno - via A.M.
De Luca n. 14, inaugurerà la tradizionale mostra natalizia dei suoi autori più
importanti, che rimarrà aperta al pubblico fino al 6 gennaio 2014 (orario: martedì – sabato, ore 10,30 - 12,30 e ore
17,30 - 20,00).
Titolo: "Declinazione del paesaggio". L'inaugurazione è fissata per le ore 19.00 di sabato sabato
7 dicembre.
Nazzareno Cugurra: Roma, scorcio del viale Cortina d'Ampezzo |
Questa la notizia. La parola, ora, al comunicato stampa firmato dalla collega ed amica Olga Chieffi:
«La sottile linea che separa nell’arte il territorio reale da
quello dell’immaginario è da secoli un tema molto sentito e sviscerato
nell’arte visiva. Spazi, luoghi, idee, oggetti, edifici generano immagini e
raccontano i flussi della memoria e del tempo con la sensibilità degli artisti
contemporanei. Ogni paesaggio, reale o immaginario, frutto della
rielaborazione poetica di un artista, rivela una scintilla vitale, un percorso
personale. Racconta un’esperienza di vita che cela una carica espressiva
portatrice di un’energia proveniente da un recente passato che ci proietta
nelle visioni del futuro. Il paesaggio e la sua evoluzione fisica e concettuale
diventano un punto di partenza per analizzare e confrontare alcuni aspetti
presenti nell’arte, quali la tensione spirituale e la ricerca del senso
dell’uomo, con altri estremamente attuali come l’accresciuta attenzione verso
l’ambiente, la globalizzazione, l’interconnessione, la rivoluzione digitale, la
perdita di fiducia in un miglioramento continuo e il senso di paura e angoscia
verso il futuro che la nostra generazione sta vivendo.»
La mostra propone «un serrato ma agile confronto tra vecchie e
nuove generazioni di pittori, ognuno con una caratteristica e particolare
rappresentazione del paesaggio italiano che a volte, anzi spesso, è anche un
paesaggio interiore. Da una interpretazione paesaggistica di stampo
novecentesco e naturalistico di Mario Carotenuto e Virginio Quarta, ad una
versione contemporanea e più astratta di Paolo Bini, passando per le vedute dal
segno intimo di Eliana Petrizzi e Amedeo Ternullo e le scenografie urbane di
Giovanni Tesauro. A completare la disamina di declinazioni panoramiche il
contributo di maestri del '900 come Carlo Quaglia, Nazzareno Cugurra, Graziana
Pentich, Sergio Scatizzi, Enrico Paulucci, Renato Borsato che con il proprio
tratto distintivo hanno contribuito a dare forma al proprio personale
paesaggio. La rappresentazione del paesaggio nel disegno e nell’opera
pittorica ripropone specularmente il risultato delle attività umane e della
potenza della natura, in un complesso percorso che va dalla Grecia classica
fino alla rivoluzione contemporanea e riguardante la resa della più profonda
verità della natura attraverso “lo sguardo della mente”. E’ questa una delle
tesi più acute della contemplazione del paesaggio, moto dei sensi e della mente
dal quale comunque parte l’opera stessa dell’uomo. All’origine di questo sguardo
mentale per la rappresentazione, che è in anticipo sull’arte dell’imitazione e
della raffigurazione, quasi un sensus communis dello sguardo sulla realtà
circostante l’ abbraccio tra il fare dell’uomo e lo spazio intorno a lui, la
fusione tra soggetto e oggetto, che si fa strumento principale per cogliere e
trasmettere il mistero, l’inesplicabile, l’invisibile. L’ uomo stesso viene
rappresentato nell’arte del paesaggio, latore di un sentire necessario, che
traduce in un riconoscimento delle forme e ancora in una loro evocazione, fino
ad elaborarlo in viva partecipazione e annullamento catartico.»
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