Dopo Lucca, dove "Praticare la città Arte ambientale, prospettive della ricerca e metodologie d'intervento" (Liguori editore, Napoli) è stato presentato, in una sede prestigiosa - la Fondazione Ragghianti -, c'era da aspettarsi che l'appuntamento immediatamente successivo per una analisi critica del libro di Massimo Bignardi e per una discussione a tutto campo sui temi, affascinanti nella loro attualità, da lui posti sul tappeto sarebbe stato a Salerno, nella città in cui l'autore ha mosso i primi passi del suo lungo percorso di storico dell'arte e docente universitario, che lo ha portato prima a Reggio Calabria, poi a Milano, a Napoli e, infine, a Siena sulla cattedra che era stata già del suo maestro, Enrico Crispolti. E sarà proprio Crispolti a trattarne, insieme con Maria Gabriella Alfano, presidente dell'Ordine degli architetti di Salerno, Franco Purini, dell'Università di Roma-La Sapienza, Ermanno Guerra, assessore alla cultura del comune di Salerno.
L'incontro è fissato per giovedì 14 novembre alle ore 16.30 nel salone del Gonfalone del palazzo di Città.
Come già ho avuto modo di scrivere, In "Praticare la città" Bignardi ripercorre le esperienze di due decenni che lo hanno visto partecipe al dibattito storico-critico e progettista di nuovi interventi di arte ambientale: un excursus che va dagli interventi realizzati a Firenze, Milano, Roma, Gibellina e Fiumara d’Arte in Sicilia alle sperimentazioni proposte a Lucera, fino ai progetti didattici per Siena, agli itinerari per la Valdelsa Fiorentina, legati alla produzione delle ceramiche, al Museo diffuso della Costa amalfitana, al Giardino del gigante di Cento (Ferrara), di Lamezia Terme, alla stazione di Mugnano della MetroCampania Nord-Est, ai progetti di città utopiche di Ugo Marano.
Come già ho avuto modo di scrivere, In "Praticare la città" Bignardi ripercorre le esperienze di due decenni che lo hanno visto partecipe al dibattito storico-critico e progettista di nuovi interventi di arte ambientale: un excursus che va dagli interventi realizzati a Firenze, Milano, Roma, Gibellina e Fiumara d’Arte in Sicilia alle sperimentazioni proposte a Lucera, fino ai progetti didattici per Siena, agli itinerari per la Valdelsa Fiorentina, legati alla produzione delle ceramiche, al Museo diffuso della Costa amalfitana, al Giardino del gigante di Cento (Ferrara), di Lamezia Terme, alla stazione di Mugnano della MetroCampania Nord-Est, ai progetti di città utopiche di Ugo Marano.
Esperienze che, per l’autore, hanno assunto i caratteri di un’avvertita identità critica che s’interroga, continuamente, sul “farsi della ricerca" e che affianca una metodologia di operatività ambientale ad un’attenta ricostruzione di eventi e di personalità poco dibattuti, a volte inediti alla storiografia italiana, come è per gli interventi nella Caracas di Villanueva degli anni Cinquanta e Settanta, o nella Barcellona all’indomani della morte di Franco. A proposito della metropoli catalana mi piace segnalare due aspetti del processo di riqualificazione e rinnovamento della città analizzati a fondo da Massimo Bignardi: la volontà di puntare al turismo come elemento principe della economia e il tentativo ben riuscito di "monumentalizzare la periferia", che vuol dire "portare
l’arte nelle strade e nelle piazze dei quartieri delle aree metropolitane, il
grande 'anello' che circonda il nucleo storico; quartieri che,
tradizionalmente, esprimono il disagio sociale e culturale, con spazi mai
assurti a dignità di luoghi, ove l’assenza fa da padrona".
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