sabato 9 novembre 2013

"LO SPAZIO DI TAIDE" AL FRAC DI BARONISSI: DOCUMENTI, OPERE, TESTIMONIANZE DI UN LABORATORIO CREATIVO 1974-1976



La mostra Lo spazio di Taide al Museo Frac di Baronissi, curata da Massimo Bignardi e Giuseppe Rescigno, chiude il 17 novembre; per tale occasione sono state organizzate due giornate di incontri e di proiezioni .
Il 14 novembre, con inizio alle ore 11,00, nel salone delle conferenze del Frac, il prof.  Enrico Crispolti interverrà sul tema “Arti visive e territorio sociale”, rivolgendo l’attenzione, in particolare, alla sua esperienza vissuta negli anni Settanta a Salerno, al rapporto tra Università (ove dal 1974 al 1984 è stato titolare della cattedra di Storia dell’Arte contemporanea) e le nuove realtà operative dei giovani artisti, in particolare l’incontro con  Taide di Mercato San Severino.
Seguiranno, dalle ore 12.00, la rielaborazione della performance, tenuta nel 1975, di Silvio D’Antonio  …È fragile… e la proiezione di Narciso (1977) e Horror Vacui (1980), videotape di Franco Longo, con interventi di   Massimo Bignardi e Danilo Maestosi.
Silvio D'Antonio, ... È fragile..., 1975, azione
In  ...È fragile... del 1975 si specchia, osserva Massimo Bignardi,  «per intera, la vicenda che l’artista vivrà con la morte del padre. Il testo dapprima e poi la performance tenuta allo spazio Taide di Mercato San Severino – ripetuta al Punto Blu di Reggio Calabria – traducono la difficoltà, parafrasando quanto scriveva Ernesto De Martino a proposito della morte e del pianto rituale, di elaborare il cordoglio, di considerare la “presenza malata” e poi “l’assenza” nel suo trasferirsi nel mondo magico: l’artista avverte il rischio, avrebbe detto De Martino, «di non poter trascendere il momento critico della situazione luttuosa» perché la «perdita di una persona cara è, nel modo più sporgente, l’esperienza di ciò che passa senza e contro di noi [...]». Il testo, scritto a macchina, segue il sussurrare con il quale l’artista piega il suono metallico dei tasti ad assumere il tono di un “lamento funebre”:  una nenia  fragile registra nelle variazioni del carattere dattiloscritto il tono espressivo ed emotivo di stati d’animo. Alle brevi frasi fanno seguito la fila di puntini allineati nella partizione delle righe che il rullo della macchina scandisce. Sono pause, silenzi che nella performance acquistano il valore di figura, carica di una nuova visibilità che si rivela nel corpo di una luce ove è avvolta la figura: essa legge e, contestualmente, detta.
Trascrive la sofferta realtà della perdita, l’amara condizione di dover ammettere la propria, immensa, fragilità al cospetto della realtà e del destino: la prospettiva di dover affrontare la perdita, di elaborare il lutto, di prendere atto che il destino si sia affermato come realtà. Una scrittura che peraltro richiama, con logica deduzione, i registri della scrittura surrealista: di getto, rinunziando alla punteggiatura quindi alla scansione del tempo, accogliendo la pagina bianca quale testo del silenzio che e scrittura e parola».
Poco tempo dopo ma sempre nello stesso periodo, D’Antonio trasformerà l’immagine/scrittura nella materialità, impalpabile, di un bacio tattile, lasciato sfiorando appena la superficie bianca del foglio, nel libro bianco che titolerà per un suo bacio.
Franco Longo, Humor vacui, 1980, frame
 Venerdì  15 novembre, dalle ore 18,00, nel salone delle conferenze del Fracspazio a Franco Longo con Lo Spirito del Vuoto (1981-2012): proiezione dei videotape e video DVD realizzati dall’artista nell’arco di circa trent’anni. Intervento, questo, che vuole anche celebrare i 50 anni di storia della video arte, dalla celebre “Exposition of Music – Electronic television tenutasi a Wuppertal nel 1963, con la leggendaria opera di Nam June Paik.
È dai primi anni Settanta, scrive ancora Bignardi, che Longo  «ha guidato anche il suo interesse […] verso contaminazioni con la sfera delle tecnologie elettroniche, dapprima con installazioni multimediali, poi con il ricorso al videotape, a partire dalla metà di quel decennio, fino alle declinazioni video in DVD che lo accompagnano alle esperienze più recenti, come testimoniano lavori quali White noise del 2005 proposto alla Hypegallery di Milano nell’ambito della rassegna “Hiss-Punch-Out” e non ultima, la video installazione Aqua Vitae, allestita a Castel dell'Ovo a Napoli nel 2010. Due momenti, tornando ai primordi della sua attività nell’ambito della video arte, di una pratica immaginativa ancora e sostanzialmente legata alla pittura, ai suoi valori formali dettati dal continuo ricorso ad una figura (soggetto) posta su fondi che interpretano ancora l’assunto della superficie della tela, come si rileva in Spazio fluido, da considerare il suo primo compiuto videotape della durata di cinque minuti, proiettato nel corso della “Rassegna Incontri Internazionali d'Arte”  tenutasi presso l'Azienda di Soggiorno e Turismo di Salerno nel 1973 (anno in cui Gloria Bicocchi inaugurava a Firenze il primo centro europeo di produzione di video di artisti) e, con maggiore evidenza,  nei successivi e più elaborati  Narciso, del 1977 e Horror vacui, del 1980, quest’ultimo presentato a “Differenza Video”, rassegna internazionale di video arte, tenutasi allo Studio Trisorio di Napoli nel 1982».

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