venerdì 2 agosto 2013

IL SINDACO DI FURORE DENUNCIA IL MALFUNZIONAMENTO DELL'UFFICIO POSTALE. UN MALE ENDEMICO, PURTROPPO!

Stamattina,  m'è capitato di passare davanti a un ufficio postale prima delle otto. In attesa dell'apertura al pubblico, che avviene - se non sbaglio - alle ore 8.30, c'era già una fila che mi ha fatto ricordare quella che si faceva in tempo di guerra per acquistare il pane, allora razionato, con la cosiddetta tessera annonaria. Ci sono ripassato poco dopo l'apertura e la coda s'era ulteriormente ingrossata. Tanto da far temere a qualcuno di non riuscire a effettuare l'operazione per la quale stava lì. Cosa già avvenuta ieri, mi è stato riferito. Avevo anch'io in programma un pagamento, vi ho rinunciato.
Mi sono rivolto, qualche ora più tardi, a un altro ufficio. Stessa cosa, con l'aggravante che qui l'accesso  era contingentato, non potendovi star dentro, per ragioni di sicurezza (l'ho letto nell'avviso esposto), più di venticinque persone. Traffico regolato, a quanto pare, da porte automatiche (ma  c'è chi sostiene che si tratti di un automatismo relativo, perché regolato attraverso un pulsante dall'interno. Non so dire se è proprio così). La cosa grave è che, in attesa che giunga il proprio turno, la gente - compresi vecchi, bambini, donne - è costretta a star fuori, sotto il sole cocente. Uno spettacolo alquanto indecoroso.
Modo di fare la coda alla posta nelle Antille
Come se non bastasse questo a illustrare le carenze strutturali (se non la cattiva gestione) degli uffici postali, ecco la denuncia che mi arriva dall'amico sindaco di Furore, Raffaele Ferraioli: "Incredibile ma vero: questo Paese rischia di diventare famoso per il mal funzionamento del Locale Ufficio Postale, che ha raggiunto limiti da Guinness dei primati. A nulla sono valse le mie reiterate segnalazioni e la stessa petizione popolare già da tempo trasmessa a codesti Enti. Le proteste dei cittadini e degli utenti sono quotidiane e costringono il sottoscritto a occuparsi di problemi che niente dovrebbero avere a che fare con i suoi compiti istituzionali. Non si capisce bene se i disservizi dipendono dall’inefficienza dei funzionari che continuamente si alternano nell’ufficio o dal malfunzionamento delle attrezzature (PC, stampanti etc.). Un fatto è certo: non se ne può più! Soprattutto non è possibile più tollerare inerzie, silenzi e fughe dalle proprie responsabilità da parte di chi dovrebbe farsi carico del problema. Invito, pertanto, le SS.LL., ognuna nell’ambito delle proprie competenze, a svolgere ogni più utile azione per il ripristino della normalità, anche al fine di evitare clamorose proteste da parte degli utenti, senza considerare i conseguenti danni di immagine (e non solo!) per un paese che faticosamente punta al suo riscatto economico e sociale."
Potrei dire che "mal comune, mezzo gaudio". Ma non è così. Non è giusto che le comunità più piccole, le più emarginate, debbano essere le più maltrattate. Perché se a Salerno - faccio un esempio - posso passare da un ufficio all'altro, a Furore quale alternativa c'è? Le linee vanno in tilt e le stampanti si bloccano, evidentemente, per la inadeguatezza di impianti e apparecchiature.  Per la scarsa manutenzione, a cui si accompagna, in qualche caso, la mancanza di sensibilità nei confronti dell'utenza più debole, più in difficoltà. Mi sembra molto più civile il modo di fare la coda nelle Antille, documentato dalla fotografia cxhe pubblico qui sopra.
Possibile che non ci sia un responsabile capace di rendersene conto?



           

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