La rassegna “Pagine di Parole, conversazioni sul
giornalismo”, organizzata dall’Associazione Giornalisti Cava e Costa
d’Amalfi “Lucio Barone” e dal comune metelliano, propone un interessante incontro con Luciano Pignataro, giornalista, scrittore e
gastronomo, fissato per martedì 11 giugno, alle ore 18,30, nel salone delle feste del Social
Tennis Club di Cava de’ Tirreni.
L'amico Luciano è uno dei più importanti
giornalisti enogastronomici italiani. Laureato in filosofia, lavora al Mattino per il quale, dal 1995, cura una rubrica
settimanale sul vino: una delle più longeve su quotidiani italiani. Ha,
inoltre, un popolare blog dedicato all’enogastronomia. Nel 2008 ha vinto il
premio Luigi Veronelli come miglior giornalista emergente dell'anno del
settore. Dal 1998 collabora con la guida “I Ristoranti d'Italia” pubblicata da l'Espresso. Ha scritto numerosi libri di enogastronomia tra i quali “Capri
nella Cucina del Quisisana” (Liguori, 1998), “Guida ai Vini della Campania”
(Edizioni dell'Ippogrifo 2003 e 2006), “Guida ai Vini della Basilicata”
(Edizioni dell'Ippogrifo 2004), “La cucina napoletana di mare" (Newton Compton
2005), “Le ricette del Cilento, i dolci napoletani” (Newton Compton 2008),
“Centouno vini italiani da bere almeno una volta nella vita” (Newton Compton
2010), “Le ricette di Napoli” (Edizioni dell'Ippogrifo 2012). Dal 2010 coordina
il lavoro per la guida Slow Wine in Campania, Basilicata e
Calabria.
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Luciano Pignataro (foto tratta dal suo sito web) |
«L’enogastronomia, secondo gli operatori dell’informazione (lo leggo nel comunicato stampa pervenutomi e ritengo che sia questo il tema della conversazione di Pignataro)
, deve
viaggiare a braccetto con il turismo. Una importante occasione da non perdere
per tentare di fare uscire il nostro paese da questa grave congiuntura
economica. I “numeri” questa volta li dà Il Sole 24 Ore. Il quotidiano
economico della Confindustria ha pubblicato di recente una ricerca sul
potenziale inespresso del nostro sistema turistico, messa a punto dal centro
studi Srm Intesa Sanpaolo e presentata a Roma durante il ventennale di
Federturismo.”Se chi offre belle spiagge e mare cristallino aggiungesse musei e
beni culturali ben serviti e magari anche un tour enogastronomico il Pil del
turismo, senza aggiungere un visitatore in più guadagnerebbe almeno 4 miliardi che diventerebbero cinque con un aumento delle
presenze del 20 per cento”. Secondo l'indagine, infatti, l'Italia per ogni
presenza turistica genera in media 103,4 euro di valore aggiunto. Ciò significa
che tale aumento garantirebbe innanzitutto una crescita significativa per
i territori. Ma la capacità di creare ricchezza cambia anche in base alla
tipologia di turismo: quello enogastronomico attiva in media più ricchezza
rispetto a quello balneare. Secondo le stime del centro studi Intesa SanPaolo,
l'enogastronomia batte le spiagge 119,6 euro contro 83,8 euro. Così come quello
culturale che invece ne produce in media 105,4. Da qui gli ampi margini di
miglioramento se si mettesse in pista un turismo più sinergico, in grado di
mettere insieme più offerte: a esempio appunto il balneare con il culturale o
l'enogastronomico. Per il direttore generale Srm, Centro studi Intesa Sanpaolo,
Massimo Deandreis, “questa ricerca evidenzia con chiarezza che oltre a
politiche attive per aumentare il numero dei turisti, occorre pensare ad un
turismo che sia più integrato con offerta culturale e agroalimentare (veri
punti di eccellenza del nostro Paese) generando cosi un maggiore effetto
moltiplicativo sul territorio”.Bisogna,inoltre,anche considerare i mutamenti in
atto nel settore dei viaggi e del turismo che lasciano intravedere il passaggio
ad una nuova fase evolutiva. Il “turismo di massa”, caratterizzato dalla
standardizzazione, dalla concentrazione e dai grandi numeri, sta gradualmente cedendo
il passo ad un “turismo dell’esperienza” basato sulla conoscenza,
l’interazione, il confronto e l’esplorazione. Ne sono un chiaro sintomo le
nuove forme di turismo in cui il viaggiatore ricerca un contatto diretto con la
cultura, l’identità e gli stili di vita del luogo. L’ecoturismo, il turismo
enogastronomico, culturale, rurale ed anche quello religioso si caratterizzano
sempre più per essere un’esperienza di confronto e di arricchimento della
propria identità attraverso un’interazione autentica con il territorio e la
realtà locale.»
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