lunedì 20 maggio 2013

PRENDE IL VIA A SALERNO LA SESTA EDIZIONE DI "ARTI DI MAGGIO"



Apprendo da un comunicato stampa di Olga Chieffi che mercoledì 22 maggio, alle ore 11.00, nel salone del Gonfalone di Palazzo di Città, a Salerno, sarà presentata la rassegna promossa dalla Seventh Degree dell’Università di Salerno, che animerà il centro storico del capoluogo nel prossimo week-end.
«Il significato, il suono, e il ritmo – vi leggo – non sono  scindibili e identificabili, ma elementi componenti la stessa materia fluttuante: un attimo la catturi, e poi l’hai persa, la Musica. La pagina non si esaurisce nel frutto e nella comprensione, ma rimane, per così dire, a galleggiare nel mezzo, tra il conosciuto e il conoscibile, il noto e l’ignoto – e trova il suo compimento inequivocabile nel suono della voce dal vivo. Voce che nello slancio dell’interpretazione discopre i molteplici significati che la scrittura di fatto possiede. La voce (ri)porta la scrittura al suo valore originario che è quello di evocare, di esplodere la realtà violenta e la leggerezza del mistero»
Antonello Mercurio, Enzo Maraio, Liberato Marzullo
Nell’incontro di mercoledì,  il presidente dell’Associazione Seventh Degree dell’Università di Salerno, Liberato Marzullo, e il direttore artistico Antonello Mercurio, alla presenza dell’assessore comunale per il Turismo  Enzo Maraio, illustreranno alla stampa il programma della VI edizione di Arti di Maggio. “Il breve lasso di un week-end a Salerno, previsto per sabato 25 e domenica 26 – scrive Olga Chieffi  , sarà interamente dedicato alla voce e alla vocalità alla ricerca,  riconoscendo  nuovamente ad essa  il suo ruolo di strumento arcaico e primigenio, che attraversa per intero tutta la storia della musica dalla sua nascita ad oggi. La parola si trasforma in canto: canzoni, melodie e suoni scaturiti da una voce che si espande nelle sue multiformi colorature alla ricerca di ogni possibile elemento di espressione e seduzione. La voce nuda, naturale, senza alcuna alterazione artificiale si raddoppia, si moltiplica, dispiegando le sue sole forze per sopportare, o sostenere, il frastuono delle paure – il silenzio degli abbandoni. E nel fiume di suoni, in un continuo di rapsodie e canti scorre, si increspa e si innalza la ‘parola viva’ – pronunciata o cantata, chi lo sa – nella tensione continua di coniugare dal vivo il suono e il senso. La voce presente, umana, che nell’incrociarsi sonoro delle lingue, delle liturgie, delle grida e del dialetto – mostra di eroi, di folle, di donne e bambini. La voce canta il mito, e si ride, avverte di cronache apocalittiche, e si confonde. La voce, non ha paura.»

Nessun commento:

Posta un commento