Sabato 25 maggio, alle ore 19.00, nel salone degli Affreschi di palazzo Mezzacapo, a Maiori, sarà
presentato il libro “Non è il mare il mio nemico” di
Liliana Lanzardo, edito da Mursia. La scrittrice spezzina, docente di
Metodologia della ricerca storica, ricostruisce, a mo’ di romanzo, la biografia
di Rajina Junakovic (1914-2008), la donna di origini bulgare che, con la sua
tenacia, riuscì a far emettere una sentenza di condanna nei confronti degli armatori
responsabili del naufragio del Seagull, un mercantile con bandiera ombra
liberiana, sul quale era imbarcato il marito in qualità di marconista.
L’incontro, coordinato da Sigismondo Nastri,
prevede gli interventi di Antonio Della Pietra, sindaco, e di Mario Piscopo, consigliere delegato alla
cultura del comune di Maiori. Le conclusioni saranno affidate all'autrice.
"Non è il mare il mio nemico" ci riporta al 17 febbraio 1974. La Seagull, una nave di
6507 tonnellate di stazza lorda, costruita nel 1947 e allungata nel 1961,
assolutamente malmessa, quindi vera “carretta del mare”, affondò nelle acque internazionali al largo della Sicilia col suo carico di 8800 tonnellate
di fosfati e, cosa ancora più grave, con l’intero
equipaggio, composto dal comandante, francese, con la sua compagna, da due italiani, due
spagnoli, un turco, 19 africani (provenienti da Nigeria, Camerun, Ghana,
Gambia). A bordo ci sarebbe dovuta essere anche
lei, Rajina, se non fosse sbarcata a Crotone. La scomparsa della nave non fu
denunciata, nessuno se ne preoccupò, tranne lei. Le ricerche furono avviate otto giorni dopo. Iniziò allora, tra incomprensioni e mille
difficoltà, il lavoro duro, stressante
di Rajina alla ricerca della verità e alla individuazione dei colpevoli: prima
da sola, poi attraverso il “Comitato Seagull” da lei stessa creato.
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