sabato 11 maggio 2013

IL "RITO" DEI TAGLIOLINI AL LATTE NELLA FESTA DELL'ASCENSIONE

L'amico poeta Giuseppe Liuccio ha postato su Facebook una sua bella e emozionante poesia, in dialetto cilentano, dedicata al "rito" dei "tagliolini al latte" nella festività dell'Ascensione, che si celebra domani, quaranta giorni dopo la Pasqua.
Questa singolare deliziosa pietanza ha origine, credo, in Basilicata e di lì s'è diffusa in Irpinia e nel Cilento. E' legata al mondo della pastorizia perché, originariamente - così mi fu riferito -era a base di latte di capra, che per l'Ascensione veniva addirittura distribuito gratis. Poi s'è passato all'impiego del latte vaccino, più facilmente disponibile.
Si riteneva, infatti, che in quel giorno particolare - l'ascesa di Gesù risorto al Cielo - il latte non dovesse essere "lavorato" (cioè trasformato in formaggio): non so dire se fosse più forte, in questo caso, il sentimento devozionale o il timore, derivante da superstizione, che - contravvenendo alla tradizione - le capre (o le mucche) sarebbero diventate sterili.
Si porta a ebollizione il latte con l'aggiunta di zucchero e una buona dose di cannella, senza dimenticare un pizzichino di sale, e vi si fa cuocere i tagliolini di pasta all'uovo - a matassine -, preferibilmente fatti in casa. A fine cottura la pietanza deve risultare dolce, profumata, ben aromatizzata. Occorre tenerla un po' a riposo prima di servirla.
Consumati il giorno dopo questi tagliolini sono ancora più buoni. Ricordo che li preparava la sorella di mio suocero, originaria di Potenza.

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