La famiglia ha voluto scriverlo nel manifesto che ne
annuncia il decesso: perché questo – e chi lo ha conosciuto lo ricorda bene –
era il suo tratto caratterizzante. "Don" Antonio De Luca (il “don”, come si usa
da noi, indica rispetto) se n’è andato “lontano lontano… a passo svelto, mani
giunte dietro la schiena e mente lucida”. Lo avevo incontrato di recente e non
mi sembrava né sofferente né stanco. Anzi, mi dicono che fino all’ultimo ha
tenuto fede alle sue consolidate abitudini: lunghe passeggiate sulla strada
della costiera, o quella di Agerola, seguito con discrezione dalla macchina,
guidata a passo d’uomo dall’autista di fiducia.
Colto da crisi cardiaca, amorevolmente assistito dal
nipote omonimo, cardiologo, e subito trasportato in elicottero all’ospedale di
Salerno, non ce l’ha fatta a riprendersi. Aveva 84 anni.
Antonio De Luca era il figlio primogenito di Andrea e
Carmela Abbagnara e aveva contribuito in maniera determinante – insieme con i fratelli Carlo e Giuseppe - allo
sviluppo della piccola tipografia paterna, situata ad Amalfi, accanto agli
antichi Arsenali. Poi trasferita a Salerno, prima in via San Leonardo quindi nella zona industriale. Un'azienda che fa onore alla provincia e all'intero Mezzogiorno. In seguito
aveva preferito impegnarsi nel turismo, dedicandosi anima e corpo al suo
albergo, l’Hotel dei Cavalieri, situato poco oltre l’abitato di Amalfi sulla
statale per Positano. Era un conversatore brillante, conosceva nei dettagli le
vicende della sua città riferite all’intero
novecento. In particolare, quelle della
seconda guerra mondiale di cui portava ancora i segni. Era stato, infatti, ferito nel
bombardamento di Amalfi avvenuto il 18 luglio 1943, appena qualche mese prima dello sbarco sulla costa delle truppe alleate.
Le esequie si svolgeranno sabato, alle ore 9.00, nella
cattedrale di Amalfi.
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